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Tria: mini-Bot inutili o illegali. Di Maio: Mef trovi soluzione. Salvini: urgente Pa paghi i suoi debiti

Si apre un’altra spaccatura nel governo italiano, questa volta sul tema dei mini-Bot, le obbligazioni di piccolo taglio senza interessi o scadenze che potrebbero essere emesse dal Tesoro per pagare i fornitori della Pa.

Dopo l’apertura di Giorgetti e Salvini, è arrivata la chiusura del titolare del dicastero dell’Economia. Da Fukuoka, in Giappone, dove si trova per il G-20 dei ministri delle Finanze, Giovanni Tria si è accodato a Mario Draghi e ha bocciato senza appello i mini-Bot. «Sarebbe illegale o inutile che l’Italia emettesse obbligazioni per pagare i suoi fornitori, perché queste banconote violerebbero le regole della moneta europea o si aggiungerebbero al massiccio debito pubblico del paese», ha dichiarato.

Di Maio: Mef trovi soluzione. Salvini: urgente Pa paghi i suoi debiti
L’uscita di Tria è stata commentata dai due vicepremier. Per primo è intervenuto il pentastellato Luigi Di Maio: «Se lo strumento per pagare le imprese non è il minibot – ha scritto in un post -, il Mef ne trovi un altro. Ma lo trovi, perché il punto sono le soluzioni, non le polemiche, né le presunte ragioni dei singoli. Ripeto, una parola: soluzioni!». A stretto giro, sono giunte le parole di Matteo Salvini. «Sullo strumento dei minibot si può discutere – ha detto -, è una proposta, ma il fatto che sia urgente pagare le decine di miliardi di euro di arretrati e di debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti di imprese e famiglie (debiti risalenti a governi e anni precedenti) deve essere chiaro a tutti, in primis al ministro dell’economia. È una questione di giustizia».

Giorgetti: i mini-Bot non sono anticamera uscita da Ue o euro
In mattinata, prima che arrivassero le dichiarazioni di Di Maio e Salvini, era giunta la replica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giorgetti. Intervenuto al convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria, Giorgetti aveva sottolineato che «i mini-Bot non sono né l’anticamera dell’uscita dall’Europa né dall’euro. È semplicemente un tentativo di risolvere un problema, il debito della Pubblica amministrazione, che non abbiamo creato noi». «Al Monopoli – aveva poi aggiunto, tornando sul paragone minibot-soldi del Monopoli – giocavo anche io da piccolo: si gioca minimo in due e fino a sei, ho studiato bene le regole, e se dai fiducia alla moneta, questa acquista valore. È evidente che si tratta di proposte che devono essere condivise. Non è una proposta imprudente, ma da discutere. Se poi qualcuno ha interesse ad enfatizzare, e non è Draghi, per far alzare lo spread…».

La mozione sostenuta da tutto il parlamento
Di diverso avviso, invece, il responsabile dell’Economia, che ha stroncato sul nascere l’idea, avanzata dalla Lega e sostenuta da tutto il Parlamento con una mozione non vincolante – sulla quale il Pd ha poi preso le distanze – che lo Stato italiano possa pagare i suoi notevoli arretrati con i fornitori attraverso obbligazioni al portatore di piccolo taglio.

MINI-BOT / Il sì della Camera (poi il Pd si smarca)

Tria ha spiegato che questi cosiddetti mini-Bot costituiranno o un nuovo debito pubblico, che peggiorerà ulteriormente le finanze pubbliche italiane, o introdurranno una moneta parallela, vietata dai trattati dell’Unione Europea che regolano l’euro.

IL DIBATTITO / Giorgetti e Salvini aprono ai mini-Bot

«Questa è una cosa che sta nel loro programma – ha detto Tria riferendosi a Lega e M5S – Il ministero dell’economia ha già espresso un parere negativo», ha dichiarato Tria a Reuters e all’agenzia di stampa italiana Ansa in un’intervista a margine di un incontro del G20 a Fukuoka, in Giappone. «In un’interpretazione, quella del debito, sono inutili. Nell’altra, violano i trattati e non possono essere fatti», ha aggiunto. Tria ha fatto eco alle osservazioni del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi giovedì scorso, mentre il sottosegretario di gabinetto Giancarlo Giorgetti del partito della Lega ha detto che venerdì i mini-Bot sono «una delle possibilità» per aiutare l’Italia a saldare il debito con i fornitori.

Contrario ai mini-Bot anche il presidente di Confindustria: «Dobbiamo distinguere – ha detto Boccia al Convegno dei giovani imprenditori a Rapallo – gli strumenti della finanza dai fondamentali del Paese. I minibot sono uno strumento e stiamo dicendo da tempo che non è opportuno incrementare il debito pubblico italiano, vista la sua entità».

Con la Ue chiariremo
Tria è poi intervenuto sul delicato tema delle trattative con la Commissione europea per scongiurare la procedura di infrazione per debito eccessivo. Il confronto con le autorità europee, ha detto, «sta andando bene nel senso che aspettiamo che si pronuncino secondo le procedure: il Comitato economico-finanziario e poi si dovrebbe aprire un dialogo con la commissione Ue. Chiariremo ciò che abbiamo già detto, i nostri programmi, e porteremo le prove di un miglioramento del deficit dell’anno e i miglioramenti per l’anno prossimo».

Reddito e quota 100 costano meno del previsto
Il ministro ha poi escluso tagli ai finanziamenti per reddito di cittadinanza e quota 100: «Non è mai stato detto. Secondo il nostro primo monitoraggio, le nostre stime, il costo sarà minore di quello preventivato. Le spese allocate per queste due misure sono in eccesso rispetto a quanto sarà realizzato. Quindi, diciamo che ci sarà un risparmio. Nessun diritto acquisito soggettivo degli italiani rispetto a queste due misure verrà meno», aggiunge Tria.

Meloni (FdI): allora Tria trovi fondi per trovare debiti della Pa
Così come la Lega anche Fratelli d’Italia è a favore dei mini-Bot. «Tria è contrario ai minibot? Come fa un ministro dell’Economia ad essere contrario all’emissione di Titoli di Stato che non fanno nuovo debito e che servono a dare un po’ di respiro all’economia reale? Se non vuole i mini-Bot – ha sottolineato il presidente del partito Giorgia Meloni -, trovi subito i soldi per pagare tutti i debiti della Pubblica Amministrazione che stanno strozzando le imprese, possibilmente senza continuare ad ingrassare le banche. Altrimenti cambi mestiere».

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