I venti di guerra che soffiano tra Europa e Federazione Russa sulla disputa ucraina
preoccupano anche il mondo agricolo italiano. Questo è stato uno dei punti all’ordine
del giorno affrontati oggi dal Consiglio direttivo di Confagricoltura. I timori sono rivolti,
oltre che al rischio di una deriva militare, anche alle conseguenze che potrebbe avere
uno scenario caratterizzato da sanzioni commerciali emesse da Bruxelles e le
prevedibili ritorsioni da parte di Mosca.
L’Italia, insieme agli altri Paesi comunitari, sta fronteggiando tutt’oggi la messa al
bando dei prodotti ortofrutticoli e di carne suina decisa nel 2014 dalla Federazione
russa proprio come reazione ai provvedimenti, che l’Ue prese dopo l’annessione della
Crimea. La nuova crisi diplomatica potrebbe far allungare l’elenco dei settori di punta
del Made in Italy colpiti come quello vitivinicolo, secondo in Ue per export verso la
Russia, e il comparto della pasta a uso alimentare.
Non solo. Confagricoltura esprime preoccupazione anche per i risvolti che un conflitto
potrebbe avere sul costo del gas e quindi, sia sulle bollette energetiche delle aziende,
sia sui prezzi di importazione, a esempio, dei fertilizzanti (già raddoppiati nell’arco
dell’ultimo anno), di cui la Federazione Russa è tra i principali produttori a livello
globale.
Ad attenuare questi timori c’è, però, la forte capacità di resilienza dell’intero settore
agroalimentare italiano, assolutamente capace di far fronte nel breve e medio periodo
al fabbisogno di cibo nel Paese.