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Upb: esplode Cig, valori triplicati rispetto ai massimi del 2009

CORONAVIRUS

Per l’autorità sui conti pubblici il numero di ore autorizzate potrebbe risultare tre volte maggiore «rispetto ai valori massimi storicamente osservati su base mensile dalla crisi finanziaria del 2009»

21 aprile 2020


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«Esplosione» della Cig con un numero di ore autorizzate che potrebbe risultare tre volte maggiore «rispetto ai valori massimi storicamente osservati su base mensile dalla crisi finanziaria del 2009». È quanto emerge dalla nota congiunturale di aprile dell’Ufficio parlamentare di bilancio in cui si sottolinea come «al momento non sono disponibili informazioni sul mercato del lavoro relative al periodo dell’emergenza sanitaria, che potrebbe anche ostacolare la produzione delle statistiche
ufficiali».

L’impatto sull’Itaia: -15% Pil nel primo semestre
Per l’Italia, stima l’Upb, «si prefigura per la prima metà dell’anno un calo dell’attività economica di intensità eccezionale, mai registrato nella storia della Repubblica». «Nell’insieme dei primi due trimestri» 2020 il Pil «si ridurrebbe cumulativamente di circa quindici punti percentuali». Nell’ipotesi di un regresso dell’epidemia «l’attività tornerebbe ad espandersi nel trimestre estivo». Ma serve «massima cautela» nella valutazione delle stime che «risentono di un’incertezza estremamente elevata».

Crisi come nel ’29, per Italia shock senza precedenti
Del resto è tutta l’economia internazionale «che già si era indebolita nello scorso biennio» a essere stata travolta dalla pandemia di COVID-19. Tanto che gli effetti del Coronavirus «sembrano, allo stato, comparabili in tempi di pace soltanto a quelli della grande depressione del 1929». L’Italia, ricorda l’authority dei conti pubblici, ha subito uno shock «senza precedenti». «È stata il primo paese europeo a essere colpito dalla pandemia, fuori dalla Cina. L’emergenza sanitaria ha richiesto l’adozione di misure di prevenzione senza precedenti basate sul distanziamento sociale, che stanno producendo i loro effetti sulla diffusione dell’epidemia, ma implicano fortissimi costi economici. In alcuni settori, quali il turismo e la ristorazione, il commercio al dettaglio, i trasporti e la logistica, l’attività si è ridotta fino a quasi annullarsi».

Per approfondire
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Fonte

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