Il punto è «capire quanto è possibile operare, soprattutto sulle due aliquote più basse, e se si riesce anche sulla terza», annota il sottosegretario all’Economia
di Nicola Barone
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È partito il confronto nella maggioranza sulla riforma dell’Irpef. In mattinata si è svolto un primo incontro di circa due ore e mezza presieduto dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, cui hanno partecipato per l’M5S il viceministro Laura Castelli, per Leu il sottosegretario Cecilia Guerra e per Italia Viva il vicecapogruppo alla Camera Luigi Marattin. Al tavolo dirigenti e tecnici del Mef tra i quali il consigliere del ministro Marco Leonardi e gli esperti Vieri Ceriani e Mauro Marè e presente era anche il neodirettore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini.
Baretta: incidere sui redditi medi e medio-bassi
Come nelle previsioni il perimetro della discussione non ha superato valutazioni d’insieme in vista dei prossimi passaggi tecnici. Per il sottosegretario del Mef Pier Paolo Baretta «l’obiettivo della maggioranza è introdurre con la prossima legge di Bilancio una riforma fiscale che riduca le aliquote Irpef a partite Iva e pensionati». Il punto è «capire quanto è possibile operare, soprattutto sulle due aliquote più basse, e se si riesce anche sulla terza, in modo da togliere il peso delle tasse sui redditi medi e medio-bassi». Per Baretta si rende «inevitabile discutere di Iva, avendo una clausola di salvaguardia nel 2021 di 20 miliardi».
Marattin (Iv): cantiere senza logica delle bandierine
Sulla riforma dell’Irpef «la discussione e il confronto andranno in onda nelle sedi opportune, evitando di entrare nella logica perversa delle bandierine. Con l’obiettivo di arrivare concretamente a un risultato in tempi ragionevoli». Luigi Marattin di Italia Viva è convinto che «i guai, in questa maggioranza, sono iniziati quando le discussioni su come governare bene e risolvere i problemi della gente sono diventate armi attraverso cui i partiti lottano per incrementare di qualche decimale il sondaggio del lunedì. E una volta che inizia uno a fare così, non c’è modo di mettere un freno al meccanismo azione-reazione. E così, alla fine il merito della questione non conta più nulla. È stato così finora su Iva, plastic tax, sugar tax, prescrizione, Autostrade e decine di altri casi ancora». Ma sull’Irpef, chiosa Marattin, «le cose andranno diversamente».