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Whirlpool, Di Maio pronto a revocare gli aiuti concessi

«Se non siete in grado di dare risposte e devo rivolgermi ai vertici della multinazionale ditelo subito. Non perdiamo tempo». Il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha scelto toni bruschi e poco accomodanti per rivolgersi ai rappresentanti della Whirlpool di Napoli, convocati oggi al Mise per il tavolo di crisi istituito dopo l’annuncio della prossima cessione dello stabilimento che impegna 420 addetti. Secondo fonti sindacali presenti all’incontro, Di Maio ha chiarito che «lo Stato si farà rispettare», anche perché «si sono firmati accordi ben precisi», e i vertici Whirlpool stanno «creando un precedente gravissimo».

«Dovete rispettare istituzioni e lavoratori. Io sono e sempre sarò al loro fianco. Siamo disposti a impegnarci ancora di più con l’azienda per trovare una soluzione», ha aggiunto Di Maio, accolto dagli applausi dei sindacalisti Fim, Fiom e Uilm al tavolo. Riferendosi all’accordo per il rilancio del sito di Napoli firmato al Mise il 25 ottobre scorso il ministro si è detto poi «pronto a revocare tutti gli aiuti che sono stati dati», impegnandosi a contattare i vertici americani e a riconvocare tra una settimana un nuovo tavolo di confronto allargato alle autorità locali dei siti che ospitano insediamenti Whirlpool. Sempre secondo fonti sindacali l’ad di Whirlpool, Luigi La Murgia, ha replicato assicurando che la multinazionale non intende «chiudere ma individuare soluzioni per garantire posti di lavoro sostenibili a lungo tempo. Oggi una soluzione non l’abbiamo».

Al termine dell’incontro, ritenuto interlocutorio da entrambe le parti, il segretario nazionale della Uilm, Gianluca Ficco, ha spiegato che Di Maio potrebbe chiedere a Whirlpool di restituire «fino a un massimo di 16 milioni di euro in passato ricevuti come incentivi», nonché sbarrare la strada «al contratto di sviluppo che è stato chiesto dall’azienda nelle Marche». Il timore del fronte sindacale, assai soddisfatto della linea Di Maio, è che l’azienda, oltre a cedere lo stabilimento di Napoli, «stia venendo progressivamente meno ai suoi impegni anche altrove, ad esempio a Siena dove ancora non si vedono le azioni necessarie a incrementare i volumi produttivi e a Fabriano dove si stanno delocalizzando numerose funzioni di staff».

Dal 2014 ad oggi la Whirlpool ha ricevuto 27 milioni di euro di fondi pubblici. Secondo l’azienda, la profittabilità del sito produttivo, nonostante gli investimenti che in questi anni sono di circa 70 milioni, resta sotto la media del gruppo e quindi non più sostenibile. Da venerdì scorso, giorno in cui Whirlpool ha annunciato l’intenzione di cedere lo stabilimento, i dipendenti sono entrati in sciopero, seguito da una mobilitazione dei dipendenti con assemblea permanente e presidio ai varchi d’ingresso, per contrastare la decisione dell’azienda.

GUARDA IL VIDEO: Whirlpool chiude stabilimento Napoli, 420 lavoratori a rischio

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