Il Boeing 737 Max 8 finisce sotto accusa nel ‘Day after’ del disastro in Etiopia in cui sono morte 157 persone di 35 nazionalità, tra cui otto italiani. Un primo verdetto potrà venire dalle due scatole nere del velivolo della Ethiopian Airlines, che sono state recuperate anche se almeno una risulta parzialmente danneggiata e quindi si dovrà vedere cosa se ne può ricavare. Intanto, però, Etiopia, Cina, Indonesia, Isole Cayman, Indonesia, Singapore e Mongolia hanno deciso di lasciare precauzionalmente a terra tutti i Boeing Max.
Si tratta di provvedimenti temporanei, in attesa di chiarimenti e di un consulto con l’aviazione federale Usa e con la stessa Boeing: il titolo del colosso Usa, però, a Wall Street ha perso in apertura oltre il 12%, bruciando 28 miliardi di dollari di capitalizzazione. Per il maggior gruppo aerospaziale mondiale è il peggior crollo in Borsa dall’attacco alle Torri gemelle, nel 2001.La compagnia ha annunciato l’aggiornamento del software dei 737 Max nel giro di settimane. La comunicazione è arrivato dopo la richiesta della Faa, l’agenzia federale americana per l’aviazione, di apportare modifiche “entro aprile” alla flotta dei 737 Max.
Il software sotto accusa
I sospetti per l’incidente ricadono su un difetto nel software del 737 Max che gestisce i dati relativi al sistema di protezione del cosiddetto ‘inviluppo di volo’ che sarebbe la relazione fra l’angolo di attacco dell’ala, la velocità del velivolo e il flusso di aria che lo circonda. In particolare secondo gli esperti ci sarebbero forti analogie con l’incidente dell’ottobre 2018 in Indonesia a un altro Boeing 737 Max della Lion Air.
In Italia il Boeing Max vola con Air Italy – che ne ha tre nella propria flotta, i primi dei 20 che ha ordinato – e con la low cost Flydubai. In una nota, Air Italy (la ex Meridiana) ha assicurato che la sicurezza dei passeggeri “è da sempre” la sua “principale priorità”: “Con riguardo al B737 Max 8 e a tutti gli aeromobili operativi in flotta, la compagnia si trova in piena conformità con le disposizioni delle autorità aeronautiche e alle procedure operative e direttive del costruttore”.
L’Associazione Nazionale Piloti (Anp), però, ha richiesto all’Ente Nazionale dell’Aviazione Civile (Enac) di intervenire su tutte le compagnie italiane che hanno in uso questa tipologia di aeromobile, “mettendo a terra le macchine e facendo i controlli necessari”. Pure il Codacons ha chiesto un intervento fino a che non saranno chiarite in modo ufficiale le cause del disastro.
I sospetti di un malfunzionamento del Boeing 737 Max 8 sono dovuti al fatto che il pilota avesse chiesto di rientrare dopo che in seguito al decollo da Addis Abeba aveva registrato una velocità verticale instabile, e al precedente incidente di cinque mesi fa a un aereo dello stesso modello verificatosi in Indonesia, in cui morirono 189 persone su un volo della Lion Air.
In Italia la procura di Roma ha aperto un’inchiesta. Il fascicolo, coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone, è iscritto al momento senza indagati e senza ipotesi di reato. Un esperto italiano, inoltre, parteciperà all’inchiesta sull’incidente, ha fatto sapere l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv).
L’agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) ha assicurato che sta “monitorando da vicino” la situazione, in contatto con la Faa e con le autorità etiopi, ma ritiene sia troppo presto per fornire indicazioni alle compagnie europee sui B737 Max 8. La Boeing, da parte sua, sta verificando il possibile malfunzionamento dei 737 Max, un modello di punta per i costi contenuti di acquisto, i risparmi del 20% di carburante e le spese quasi nulle per l’addestramento dei piloti. Questo tipo di velivoli sono già stati ordinati a migliaia da oltre 100 compagnie.
I piloti erano stati informati?
L’indagine “è alle sue fasi iniziali”, ha spiegato il colosso Usa, “ma a questo punto, secondo le informazioni disponibili, non abbiamo alcuna base per dare indicazioni agli operatori”. Il 737 Max 8, che ha debuttato nel 2017, ha la particolarita’ del sensore “Angle of Attack” (angolo d’attacco) che corregge il profilo di volo gestendo autonomamente la quota del velivolo. Le associazioni di piloti hanno lamentato di averne scoperto l’esistenza solo dopo l’incidente indonesiano e di non aver ricevuto una formazione adeguata per affrontare guasti o imprevisti.
Al di là delle indagini resta il dolore per le 157 vittime, tra cui otto italiani, una sorta di ‘Internazionale del Bene” visti i tanti volontari, ambientalisti e studiosi del clima che hanno perso la vita. La quarta assemblea Onu sull’Ambiente, che si è aperta a Nairobi, ha ricordato con un minuto di silenzio le vittime, fra cui tanti che avrebbero dovuto partecipare ai lavori. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha ricordato che almeno 21 dei morti lavoravano per le Nazioni Unite: “Avevano una cosa in comune, lo spirito di servire la gente nel mondo e renderlo un posto migliore per tutti”.
Papa Francesco ha offerto “preghiere per i defunti” e ha affidato “le loro anime alla misericordia di Dio Onnipotente”. “È’ una tragedia della solidarieta'”, ha commentato il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, “di una bella Italia che pensava al prossimo e all’Africa, alla quale tante memorie ci legano”.
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