Da una parte la cancelliera Angela Merkel, con il suo sostegno al multilateralismo, la difesa dei Paesi Ue che non si sono sfilati dall’accordo sul nucleare iraniano, le critiche agli Usa per la minaccia di dazi sulle auto importate. Dall’altro il vicepresidente Usa, Mike Pence, che ha chiesto all’Europa di ritirarsi dall’accordo sull’Iran, impegnarsi sulla spese per la difesa e soprattutto ha messo in guardia la Germania dall’andare avanti sul progetto del gasdotto tedesco-russo Nord Stream 2.
Sul palco della conferenza per la Sicurezza di Monaco, forum per eccellenza di dialogo su politica estera e difesa, nella giornata-clou è andato in scena il confronto tra Germania e Usa. Tedeschi e americani incrociano le armi su più fronti, Iran, spese Nato, gasdotto Nord Stream 2. Merkel ha innanzitutto messo in guardia dal pericolo che perdano influenza le strutture politiche multilaterali. “Non possiamo semplicemente scomporle in mille pezzi”, ha detto, evocando senza citarla la dottrina ‘trumpiana’ dell’America First. “Ci sono molti conflitti che ci sfidano e occorre ampliare la cooperazione internazionale.
“Dobbiamo pensare a strutture in rete e la componente militare è una di queste”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza della Nato, “un ancoraggio di stabilità in tempi tempestosi”. “Ne abbiamo bisogno come comunità di valori”. Anche perché l’Europa ha “nemici”, indicati nella Russia e nella ‘destra alternativa’ statunitense (alt-right). Merkel ha citato in primis la “guerra ibrida portata avanti dalla Russia” principalmente verso i Paesi europei “economicamente più deboli”. E ha fatto un chiaro riferimento all’ex consigliere del presidente degli Stati Uniti, Steve Bannon, fondatore di ‘The Movement’, il movimento per potenziare i partiti euroscettici e nazionalisti alle elezioni europee di maggio.
“Dobbiamo lottare per il multilateralismo”
“Dobbiamo lottare per l’Europa, per il multilateralismo e contro tutti coloro che combattono contro l’Europa”. Merkel ha definito “spaventoso” che gli Stati Uniti, con la loro retorica commerciale, intendano considerate una minaccia per la sicurezza nazionale le auto europee: “Torniamo a parlarci gli uni con gli altri, così troveremo soluzioni”. Poi, evidentemente preoccupata per l’arsenale di Pechino e per la sospensione del Trattato Inf, che vieta i missili a breve e media gittata, ha esortato a coinvolgere la Cina negli sforzi globali per il disarmo.
Sull’Iran, ha sostenuto l’accordo, osservando che le differenza tra Europa e Usa sono solo “tattiche” perché “l’obiettivo” finale è comune: “Vedo il programma di missili balistici, vedo l’Iran nello Yemen e soprattutto vedo l’Iran in Siria”; ma l’accordo Jpca è la soluzione migliore per contenere le aspirazioni nucleari di Teheran. E anzi Merkel ha messo in dubbio che sia utile per gli Stati Uniti ritirare rapidamente le truppe dalla Siria perché c’è il rischio che Iran e Russia rafforzino la propria influenza nella zona.
Nella disputa sul progetto tedesco-russo “Nord Stream 2”, il vicepresidente americano Mike Pence, a capo della delegazione americana, le ha risposto lanciando un avvertimento alla Germania. “Non possiamo garantire la difesa dell’Occidente se i nostri alleati dipendono dall’Oriente”. E ha ringraziato tutti i partner della Nato “che si sono chiaramente schierati contro Nord Stream 2”. Ma poi ha richiamato l’Ue a “riconoscere Juan Guaidó come unico presidente legittimo del Venezuela” e a “ritirarsi dall’accordo sul nucleare iraniano, unendosi agli Usa nella pressione su Teheran”.
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