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Afghanistan: ex inviato Usa, serviva più pressione su Ghani

(ANSA) – ROMA, 24 OTT – Gli Stati Uniti non hanno fatto
sufficiente pressione sull’ex presidente afghano Ashraf Ghani
affinché condividesse il potere con i talebani, in modo da
evitare il tracollo del suo governo e la completa presa di Kabul
da parte dei sedicenti studenti coranici. L’ultima critica alla
gestione del ritiro americano dall’Afghanistan arriva dall’ex
inviato speciale di Washington Zalmay Khalilzad, dimessosi nei
giorni scorsi dalla carica e sostituito dal suo vice Tom West.
    Nella prima intervista dopo le dimissioni, rilasciata alla
Cbs, Khalilzad – nato in Afghanistan – ha rievocato l’accordo
concluso nel febbraio 2020 tra gli Usa e i talebani a Doha,
sottolineando che si trattava di un’intesa “basata su delle
condizioni”, di cui facevano parte i negoziati tra il gruppo
jihadista e Kabul, oltre a un cessate il fuoco permanente. Il
presidente Joe Biden annunciò però “un ritiro legato a un
calendario”, mettendo da parte le condizionalità, ha rilevato
l’ex inviato di Washington, accusando Ghani di aver a quel punto “preferito lo status quo a un accordo politico” con i mullah,
pur complicato da raggiungere. E questo, secondo Khalilzad, “ha
rafforzato i talebani più radicali”. Ghani è poi fuggito
all’estero poco prima della presa di Kabul da parte degli stessi
talebani. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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