(di Leonardo Cioni) (ANSA) – RIO DE JANEIRO, 05 AGO – Tensione alle stelle tra
potere esecutivo e potere giudiziario in Brasile: la Corte
suprema ha deciso di indagare Jair Bolsonaro per “abuso di
potere politico ed economico”, in seguito ai ripetuti attacchi
al sistema elettorale, e il presidente della Repubblica, secondo
cui l’inchiesta a suo carico “non ha fondamento giuridico”, ora
minaccia di agire “al di fuori della Costituzione”.
La risposta della magistratura alle provocazioni del leader
di estrema destra è scattata all’inizio della settimana, quando
il Tribunale superiore elettorale (Tse) ha approvato
all’unanimità l’apertura di un’inchiesta amministrativa contro
Bolsonaro per i continui attacchi alla legittimità delle
elezioni.
Ieri invece è stato il turno del giudice della Corte suprema
(Stf), Alexandre de Moraes, il quale ha incluso il nome del capo
dello Stato nel “processo sulle fake news” di cui è relatore e
che indaga su uno schema di diffusione di notizie false, da
parte dei sostenitori del presidente, per screditare gli
avversari del governo.
La reazione di Bolsonaro non si è fatta attendere: il giudice “Alexandre de Moraes ha aperto un’inchiesta basata sulla
menzogna accusandomi di essere un bugiardo: è un’accusa molto
grave, tanto più che l’inchiesta non ha fondamento giuridico”,
ha tuonato il presidente, che ha rincarato la dose, in tono
minaccioso: “Questo tipo di indagine è prevista dalla
Costituzione? No. Quindi anche l’antidoto non si trova tra le
quattro righe della Costituzione”.
Bolsonaro ha affermato varie volte che il prossimo anno non
si potranno svolgere le elezioni presidenziali se l’attuale
sistema di voto con urna elettronica non sarà modificato in
favore del voto stampato, a suo dire più sicuro ed efficace, per
evitare brogli. La tesi è stata abbracciata da decine di
migliaia di suoi simpatizzanti, che anche domenica scorsa si
sono riversati nelle piazze di numerose città per ribadire il
loro sostegno all’ex capitano dell’esercito.
Le opposizioni però accusano Bolsonaro di voler “incendiare
il Paese” e di non aver finora prodotto alcuna prova sulle
presunte frodi elettorali. Il Tse a sua volta ha garantito che
il meccanismo del voto elettronico, in vigore dal 1996, è “sicuro”.
Ma il presidente si dice convinto di una cospirazione nei
suoi confronti, guidata proprio dal presidente del Tse, giudice
Luis Barros, per “favorire” il suo avversario, l’ex presidente
di sinistra, Luiz Inacio Lula da Silva (2003-2010), in vista
delle elezioni del 2022. E per cercare di convincere l’opinione
pubblica ha da ultimo presentato un’inchiesta della polizia
federale, secondo cui il Tse ammette di aver subito l’invasione
di un pirata informatico nell’aprile del 2018. Nell’occasione,
l’hacker avrebbe avuto accesso al codice sorgente dell’urna per
il voto elettronico. Per Bolsonaro questa sarebbe la prova che
anche le elezioni di ottobre 2018, da lui vinte solo al
ballottaggio, potrebbero essere state truccate. (ANSA).
Fonte Ansa.it