Redouane Ahrouch è un autista di autobus che si è candidato alle elezioni comunali ad Anderlecht con il suo partito, Islam. Nel suo programma, la separazione tra uomini e donne nei mezzi pubblici di Bruxelles. Ma l’azienda dei trasporti non ci sta
Bruxelles – Il Medioevo 2.0 non finisce mai di stupirci. Accade così che in Belgio un conducente di autobus nell’azienda di trasporti cittadina, la Stib, si candidi alle comunali mettendo nel programma esattamente quello contro cui milioni di persone si sono battute nel mondo: una norma che sa tanto di apartheid. Ma invece della razza, qui si va a toccare la presunta “superiorità” dell’uomo nei confronti della donna.
Ma alla compagnia non è piaciuta affatto questa sua proposta e per questo ha deciso di licenziarlo: la sua idea “è contraria ai valori dell’impresa”.
Il partito di Ahrouch: Islam. Come racconta Europa Today, sta facendo parecchio discutere in Belgio il licenziamento dell’uomo, co-fondatore del partito Islam, nato con l’obiettivo di instaurare uno Stato islamico nel Paese e applicare la sharia. Ahrouch è già consigliere comunale da sei anni e punta a una nuova elezione nelle prossime consultazioni previste per ottobre. Il suo partito in tutta Bruxelles ha solo due consiglieri, ma è risucito a finire comunque al centro delle polemiche quando, oltre alla richiesta di introdurre la sharia nel Paese e il divieto alle donne di candidarsi nelle sue fila, ha deciso anche di inserire la separazione dei sessi nei mezzi pubblici.
La proposta sulle donne. “Le donne dovrebbero stare dietro e gli uomini davanti, ma non per una questione di segregazione, bensì di sicurezza, perché molti uomini approfittano della situazione – ha spiegato Ahrouch all’Rtbf assicurando che “sono le donne stesse che lo chiedono”.
A questo punto la Stib ha deciso di mandare un messaggio molto chiaro al suo autista e a quanti la pensano come lui , scegliendo di licenziarlo: una decisione che Ahrouch, dopo 26 anni di servizio, non intende accettare e per questo ha promesso di fare ricorso.
L’uomo non è nuovo ad atteggiamenti del genere: intervistato in televisione dalla giornalista Emmanuelle Praet, aveva volutamente evitato di guardarla durante tutto il tempo della conversazione, motivo per cui la donna aveva protestato, perché si era sentita offesa e umiliata dal suo comportamento.