(ANSA) – ROMA, 14 MAR – Sono almeno cinque i manifestanti
uccisi oggi in Birmania, dove da giorni la gente nelle strade
continua a sfidare il regime militare. La Birmania è nel caos da
quando l’esercito ha estromesso Aung San Suu Kyi dal potere con
il colpo di stato del primo febbraio, innescando una rivolta di
massa che ha visto centinaia di migliaia di persone protestare
ogni giorno per il ritorno alla democrazia. La giunta ha più
volte giustificato la sua presa del potere adducendo diffuse
frodi elettorali nelle elezioni di novembre, vinte dal partito
della Lega nazionale per la democrazia di Suu Kyi.
In risposta, un gruppo di parlamentari eletti, molti dei
quali sono in clandestinità, hanno formato un parlamento ombra
chiamato Committee for Representing Pyidaungsu Hluttaw (CRPH)
per denunciare il regime militare . Oggi hanno rilasciato una
dichiarazione in cui si afferma che i manifestanti hanno il “pieno diritto di difendersi” ai sensi del codice penale del
paese contro le forze di sicurezza che “danneggiano e provocano
violenza”.
Più di 80 sono le persone rimaste uccise negli scontri, ma il
numero potrebbe aumentare drasticamente dopo le violenze di
oggi: le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco a Hlaing
Tharyar, una delle più grandi township di Rangoon. Alcuni
manifestanti, impugnando bastoni e coltelli, hanno reagito
mentre altri sono fuggiti, portando via i feriti e caricandoli
in auto. Un medico di un ospedale privato che ha accolto i
feriti ha confermato l’uso sia di proiettili veri che di
proiettili di gomma. (ANSA).
Fonte Ansa.it