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Brasile, ipotesi complotto contro Lula. Corte suprema valuta scarcerazione

SCOOP DELL’INTERCEPT

11 giugno 2019


Brasile, un anno fa l’ex presidente Lula andava in carcere

2′ di lettura

Una richiesta di annullamento del processo che ha portato alla condanna per corruzione dell’ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, è stata inserita oggi all’ordine del giorno della Seconda sezione della Corte suprema (Stf) di Brasilia.
L’udienza – sottolineano i media locali – potrebbe anche avere come esito finale la scarcerazione dell’ex leader del Partito dei lavoratori (Pt, di sinistra), nel momento in cui l’ex giudice e attuale ministro della Giustizia, Sergio Moro, è sospettato di aver orientato le indagini sulla Mani Pulite verdeoro.

Una «enorme» quantità di documenti segreti rivelerebbero che la magistratura brasiliana ha lavorato per estromettere l’ex presidente Lula dalle elezioni del 2018, boicottando in vari modi il suo Partido dos Trabalhadores (Partito dei lavoratori). È lo scoop rilanciato da The Intercept, il portale di giornalismo investigativo guidato da Glenn Greenwald, il giornalista investigativo e avvocato noto per aver diffuso le rilevazioni dell’ex consulente della National security agency Edward Snowden. Il report mette in dubbio l’imparzialità dei giudici che hanno guidato le indagini anti-corruzione, portando all’arresto di Lula e al crollo del suo esecutivo. I documenti ottenuti da The Intercept puntano il dito soprattutto su Sergio Moro, il magistrato protagonista della «ondata giudiziaria» che ha travolto l’ex presidente brasiliano.

Moro è stato successivamentre nominato come ministrodella giustizia dall’attuale presidente Jair Bolsonaro, salito alla ribalta nel 2018 dopo il crollo della vecchia classe partititca. Nell’inchiesta si parla anche di chat private dove i giudici si sarebbero scambiati messaggi su come ostruire una vittoria socialista alle elezioni, tradendo un indirizzo ideologico chiaro nella gestione delle indagine.

L’operazione Autolavaggio e i suoi riflessi politici
La cosiddetta Operação Lava Jato, nota anche come Operation Car Wash, è un’operazione condotta dalla polizia federale brasiliana nel 2014. L’indagine ha scoperchiato un giro di tangenti legato alla compagnia petrolifera nazionale Petrobras, accusando i vertici di aver accettato mazzette in cambio di contratti a prezzi gonfiati. L’inchiesta penale, condotta dal giudice Sergio Moro, ha portato all’arresto di Lula nell’aprile 2018, impedendogli di partecipare alle elezioni che si sarebbero tenute nell’ottobr edello stesso anno. Lula era accusato a sua volta di corruzione, capo di imputazione che ha travolto decine di altri politici vicini all’ex presidente Lula. Il giudice Moro, diventato uno dei volti-simbolo dell’operazione, ha respinto qualsiasi addebito e messo in dubbio l’attendibilità dell’inchiesta di The Intercept. Moro ha definito lo scoop della testata «senazionalista» e contestato il ricorso a fonti anonime. Un portavoce dell’attuale presidente, Jair Bolsanaro, ha dichiarato che si terrà oggi un incontro fra il presidente e Moro per discutere delle informazioni emerse. L’Ordine degli avvocati del Brasile ha chiesto la sospensione di Moro, ritenendo la sua posizione inadatta alla carica ricoperta a Brasilia. Per il momento non sono previste misure disciplinari nei suoi confronti.

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