“Vogliamo essere presenti anche in Europa per poter essere gli occhi e la voce del popolo” al Parlamento europeo, per rendere l’Ue più trasparente: è questo l’impegno di Ingrid Levavasseur, una delle figure più in vista dei Gilet gialli che sarà capolista del “Ralliement d’initiative citoyenne” (adunata di iniziativa cittadina), una delle liste del movimento di protesta che saranno presenti alle elezioni europee. Ingrid, 31 anni, madre separata di due figli, infermiera indipendente in Normandia, è stata fra le prime a aderire alla grande mobilitazione contro le iniziative del presidente francese, Emmanuel Macron, ed è considerata fra i leader dell’ala moderata. In un’intervista all’AGI ha spiegato i motivi che l’hanno portata a candidarsi alle europee.
Perché avete deciso di creare questa lista?
Perché siamo in democrazia e ne abbiamo il diritto e perché dobbiamo strutturarci a tutti i livelli quindi anche in politica. Perché è una lista seria e perché vogliamo essere anche in Europa per poter essere gli occhi e la voce del popolo.
Come è nata la sua designazione a capolista?
Perché molte persone me l’hanno proposto. Per la mia personalità, per il fatto che sono una madre che cresce sola i suoi figli. Perché vivo in una zona rurale e quindi so cosa significa la desertificazione. Ma è anche perché sono impegnata in questo movimento fin dal primo giorno e ho mai aderito ad un partito politico, né ad un sindacato. Sto iniziando da zero e quindi vorrei che facessimo veramente qualcosa di nuovo.
Quali misure prioritarie proporrà se fosse eletta?
Per ora non abbiamo definito un programma. Faremo in modo di concentrarci sulla transizione ecologica e sul potere d’acquisto. Ma faremo anche in modo di offrire piu’ trasparenza ai cittadini francesi, perché non sappiamo esattamente ciò che succede nella Commissione europea. Vorremmo eliminare questa opacità.
Cosa pensa della continuazione del grande dibattito nazionale voluto da Emmanuel Macron?
Penso che sia importante che ogni cittadino che lo voglia, possa parteciparvi. La democrazia è anche questo. È il rispetto dalle scelte degli altri. Lasciamo che la gente partecipi. Poi vedremo quali risultati darà. In ogni caso la metà dei cittadini francesi è d’accordo, l’altra metà no. A titolo personale credo che non cambierà molte cose se non permettere al Presidente della Repubblica di mettersi in evidenza.
Cosa pensa di ciò che è accaduto dopo l’atto 11, l’undicesimo sabato di proteste dei Gilet gialli?
È vergognoso questo tipo di aggressione… Perché si è trattato di un’aggressione. Abbiamo ancora un ferito grave. Jérome Rodrigues è una figura dei gilet gialli che promuove il pacifismo. E purtroppo non è il primo ferito grave. Ci sono state delle persone mutilate. Credo che si debba davvero vietare l’uso di queste armi durante le manifestazioni.
Sarebbe disponibile a fare un’alleanza con Luigi di Maio e il Movimento 5 Stelle italiano al parlamento europeo?
La nostra non è una posizione di chiusura. Come gilet gialli siamo consapevoli del fatto che la nostra non convinceremo tutti gli elettori. In Europa abbiamo bisogno di avere altri attorno a noi. Non è una priorità per ora. Non posso dire di più per il momento. Ma la nostra posizione non è di chiusura.
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