“Il mondo che vogliamo non è quello dei forti che sono generosamente capaci di accogliere i più deboli, ma quello costruito condividendo le vulnerabilità e i talenti di tutte e di tutti”. E’ un passaggio della lettera aperta inviata al presidente del consiglio Mario Draghi da parte del Civil 20, rete della società civile internazionale che dialoga con i governi del G20. Riconosciuto come Engagement Group ufficiale del G20, è formato da oltre 560 organizzazioni e reti internazionali provenienti da più di 100 Paesi.
Ricordando i mali del pianeta e i ritardi della politica, dalla malnutrizione alle disuguaglianze, dal cambiamento climatico alle conseguenze della pandemia, Civil 20 fa appello a Draghi “affinché l’imminente summit del G20 e la successiva COP26 siano occasione per mostrare la capacità di dar seguito a enunciazioni e buoni propositi con azioni concrete ed efficaci”. E manifesta anche “preoccupazione per l’allarmante restringimento dello spazio di ascolto delle proposte della società civile” Nella lettera, Civil 20 ricorda il Policy Pack e il Final Communiqué presentato il 7 ottobre e sottolinea una serie di “punti essenziali” proposti modificando le priorità presentate dalla presidenza italiana del G20 ‘People, Planet, Prosperity’ in ‘People, Planet, Democracy’.
“Promuovere i diritti umani, la parità di genere, l’equità e l’inclusione, così da accelerare il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 e l’attuazione dell’Accordo di Parigi” è una delle chiavi fondamentali secondo Civil 20 che chiede di “garantire un approccio sistemico alle crisi sanitarie, climatiche, naturali e sociali affinché non si lasci indietro nessuno” ma anche di “favorire l’allargamento dello spazio fiscale nei Paesi a basso e medio reddito, gravati dalle esigenze di spesa dovute alla pandemia, attraverso una più robusta iniziativa sul debito” e “garantire il rispetto dei diritti umani, dello stato di diritto e della libertà di espressione”.
Fonte Ansa.it