I genitori che si rifiuteranno di mandare i propri figli a scuola per il timore di contagio da coronavirus rischiano di “intaccare enormemente le loro future opportunità di successo”: ne è convinto il ministro dell’Istruzione britannico, Gavin Williamson, che è intervenuto su questo tema mentre milioni di ragazzini in Inghilterra e nel Galles si preparano a tornare sui banchi la settimana prossima.
In una lettera aperta indirizzata ai genitori del Regno, riporta la Bbc, il ministro esorta i genitori a non mettere a repentaglio il futuro dei propri figli: “Se un bambino non va a scuola rischia di perdere molto di più di qualche mese di apprendimento. Questo potrebbe intaccare enormemente le loro future opportunità di successo”, scrive Williamson sottolineando che “l’istruzione è un diritto di nascita, quindi assicuriamoci di riportare tutti i bambini a imparare, a giocare e ad essere di nuovo bambini”.
Dello stesso tenore l’intervento della sua collega spagnola, Isabel Celaá, che nei giorni scorsi ha siglato un accordo con le comunità autonome per aumentare la sicurezza delle scuole che si preparano a riaprire: “I benefici della scuola superano di gran lunga i rischi”, ha detto in un’intervista a El Pais. “Ora sappiamo che i bambini della scuola materna e della scuola primaria non sono super-diffusori del virus – ha proseguito -. In Germania ci sono stati focolai, alcuni istituti hanno chiuso ma sono di grandezza insignificante. Oggi si afferma dal campo scientifico che la chiusura delle scuole non apporta alcun beneficio nell’evoluzione della pandemia in termini di riduzione delle infezioni”.
Sul tema à interventuo oggi anche il ministro dell’Istruzione francese, Jean-Michel Blanquer, il quale in una lunga intervista a Le Journal du Dimanche ha ammesso la possibilità che martedì – alla ripresa delle scuole – qualche istituto o qualche classe rimarrà chiuso, “ma saranno il meno possibile” perché in Francia l’anno scolastico dovrà essere “il più normale che si potrà”. Blanquer non ha dubbi: “Non deve essere tutto schiacciato dalla realtà sanitaria, bisogna essere attenti, ma non dimenticare gli imperativi educativi e sociali, né deviare dai nostri due obiettivi: migliorare il livello scolastico di ogni studente e ridurre le diseguaglianze”. Se qualche scuola rimarrà chiusa in un primo tempo, visto l’aumento di contagi in qualche regione, “si deciderà con un’analisi giorno per giorno”, ha osservato.
Venerdì scorso la cancelliera tedesca Angela Merkel aveva sottolineato che si dovrà convivere con il coronavirus “ancora a lungo” e che “la situazione e’ seria e resta seria”. Tuttavia, aveva aggiunto, “i bambini non siano vittime del virus”. E poi: “La scuola non deve lasciare indietro nessuno”.
Fonte Ansa.it