La Finlandia va oggi al voto. I temi al centro della campagna elettorale sono stati l’immigrazione e lo smantellamento del welfare, del quale si discute a causa dell’aumento dell’età media della popolazione. L’economia finlandese, che ha risentito pesantemente della crisi finanziaria del 2008, è riemersa dalla recessione nel 2016 a spese di un drastico piano di austerità. Particolarmente colpiti dalla crisi due pilastri dell’economia: l’industria del legno e la Nokia.
Il governo di coalizione al potere ha avviato misure di austerità severe per riequilibrare le finanze pubbliche e, anche se è riuscito a creare posti di lavoro, stimolare la crescita economica e ridurre il debito, è accusato di aver ottenuto i risultati a costo dello smantellamento dello stato sociale. Istruzione, salute e sussidi di disoccupazione tra i settori interessati dai tagli. A cavalcare il tema dei problemi derivanti dall’immigrazione è stato il partito dei Veri Finlandesi, che lo ha portato al centro dell’agenda.
Le persone “più felici del mondo”
Secondo un recente studio delle Nazioni Unite, i finlandesi sarebbero le persone più felici del mondo. I 5,5 milioni di finlandesi godono in effetti di un’alta qualità della vita grazie ad un sistema educativo efficiente e a disuguaglianze sociali che sono molto ridotte.
Il prossimo governo dovrà affrontare la spinosa questione del welfare, tradizionalmente uno dei più generosi del pianeta, messo in difficoltà dall’invecchiamento della popolazione e dal declino delle nascite. La questione della spesa pubblica, in un Paese che ha vissuto quattro anni di austerità, è stata al centro della campagna. I socialdemocratici, in testa nei sondaggi, hanno condotto una campagna contro le scelte di rigore attuate dal governo di centro-destra.
L’ascesa della destra dei “Veri Finlandesi”
Con solo il 6,6% della sua popolazione nata all’estero, la Finlandia è il Paese meno cosmopolita dell’Europa occidentale, in contrasto con la Svezia, interessata da un ingente influsso di richiedenti asilo. I Veri Finlandesi, partito populista e anti-immigrazione, hanno il vento in poppa, soprattutto dopo l’arresto, che ha avuto grande risalto mediatico, di alcuni migranti sospettati di violenza sessuale su ragazze minorenni. Il partito di estrema destra, sensibile anche ai temi climatici, è nato nel 1995 ed è rimasto marginale fino alle elezioni del 2007 (4%). Nel 2011 divenne la terza forza (19%) ma rifiutò di entrare nel governo, considerato troppo filo-europeo.
Nel 2015, al secondo posto nelle urne, entrò a far parte di una coalizione con i centristi e i conservatori. Ma registrò un calo dell’elettorato, evidentemente non soddisfatto delle posizioni troppo moderate ed europeiste. Due anni fa, nel 2017, il partito ha lasciato il governo: la maggioranza dei deputati ha fondato la Nuova Alternativa (in seguito ribattezzata Futuro Blu) che rimase al governo; gli altri si sono uniti al nuovo presidente, il ‘falco’ eurofobo, Jussi Halla-aho.
Un rapporto complicato con Mosca
La Russia è uno dei maggiori partner commerciali della Finlandia, grazie anche allo sterminato confine terrestre condiviso (1.300 chilometri). Tuttavia, le relazioni tra i due Paesi restano improntate alla diffidenza, soprattutto da parte della Finlandia, ex territorio russo. La Finlandia ha ottenuto l’indipendenza solo alla fine della Prima Guerra mondiale, dopo la caduta dell’impero zarista. Oggi i leader finlandesi coltivano relazioni cordiali con Mosca, rivendicando però più che mai l’ancoraggio all’Occidente. Il Paese è impegnato a modernizzare il suo esercito e ha moltiplicato le iniziative per avvicinarsi alla Nato, senza aderirvi.
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