Cristiani ancora sotto attacco e nel mirino dei jihadisti che hanno scelto di nuovo la domenica per seminare terrore e massacrare i fedeli durante la messa. Nel giorno in cui nello Sri Lanka sono state riaperte le chiese dopo le stragi di Pasqua, in Burkina Faso un gruppo di terroristi ha massacrato un prete e cinque fedeli nel corso della funzione del mattino e poi ha dato fuoco all’edificio.
UN AGGUATO PER COLPIRE IL SACERDOTE
Erano le 9 e la messa era appena iniziata nella parrocchia del Beato Isidore Bakania a Dablo, nel nord del Paese, quando un commando di 20 jihadisti, arrivato a bordo di moto, ha circondato la chiesa. È agghiacciante il racconto dell’attacco così come viene riferito da fonti locali. L’obiettivo, hanno spiegato le fonti, era il sacerdote burkinabè, Abbé Siméon Yampa, 34 anni, incaricato del dialogo interreligioso nella sua diocesi: quando ha cercato di scappare, i terroristi lo hanno rincorso e gli hanno sparato. Poi, rientrati in chiesa, hanno fatto sdraiare i fedeli in terra, ne hanno scelti cinque e hanno sparato anche a loro. A freddo, senza pietà.
ATTACCATI ANCHE ESERCIZI COMMERCIALI
I terroristi, ha raccontato il sindaco di Dablo, Ousmane Zongo, hanno «dato fuoco alla chiesa, incendiato negozi e un bar, per poi assaltare un ambulatorio e dare alle fiamme anche questo». La città è piombata nel panico e la gente si è barricata in casa mentre le attività commerciali hanno chiuso i battenti. Dalla città di Barsalogho, a 45 chilometri, sono stati inviati militari che hanno compiuto rastrellamenti per tutta la giornata.
DUE GIORNI PRIMA LIBERATI DUE OSTAGGI FRANCESI A NORD
L’attentato è arrivato due giorni dopo la liberazione da parte delle forze speciali francesi, sempre nel nord del Paese, di quattro ostaggi rapiti il primo maggio in Benin. Un blitz nel corso del quale due ufficiali francesi sono rimasti uccisi. Il 29 aprile scorso il terrorismo islamico aveva colpito un’altra chiesa, sempre di domenica e alla fine della funzione, uccidendo un pastore protestante assieme a cinque fedeli a Silgadji, nella provincia di Soum. Gli assalitori erano poi fuggiti in moto verso il Mali, il cui confine dista solo un centinaio di chilometri.
QUASI 5 MILA SOLDATI FRANCESI IN AZIONE NEL SAHEL
Dal 2014, la Francia ha schierato 4.500 militari nella zona del Sahel, nel quadro dell’operazione anti-jihadista Barkhane – in collaborazione con i paesi del G5 Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger) – ma senza venire a capo dell’attività di organizzazioni come Ansar al islam, lo Stato islamico del grande Sahara, o il Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani che dal 2015, nel solo Burkina Faso, hanno provocato almeno 350 morti.
IL DIFFICILE RITORNO ALLA NORMALITÀ IN SRI LANKA
Nello Sri Lanka, nonostante il via libera alla ripresa delle liturgie domenicali e l’annuncio da parte del presidente Maithripala Sirisena che è stato arrestato il 99% dei sospetti legati agli attentati suicidi di Pasqua che hanno provocato 258 morti, l’allarme terrorismo è ancora alto. Forze militari e di polizia armate di fucili d’assalto pattugliano le strade che portano alle chiese e sono di guardia fuori dagli edifici. Chiunque entri è tenuto a mostrare documenti d’identità e viene perquisito. Il parcheggio è vietato nei pressi delle chiese e i funzionari hanno chiesto ai fedeli di portare con sé solo il bagaglio minimo. Le scuole cattoliche della capitale Colombo sono ancora chiuse e riapriranno il 14 maggio, mentre per il 16 è prevista una grande messa all’aperto a Negombo, teatro dell’attentato più sanguinoso: solo nella chiesa di San Sebastiano sono morte il giorno di Pasqua oltre 100 persone