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Cosa sta succedendo in Albania

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Scontri e tensioni a Tirana, dove la maggiore forza di opposizione, il Partito Democratico (di centrodestra), ha organizzato una imponente manifestazione per chiedere le dimissioni del premier, Edi Rama. Decine di migliaia di persone si sono presentate in piazza, e la capitale albanese è divenuta teatro di una serie di scontri culminati quando decine di manifestanti hanno tentato di assaltare la sede del governo.

Gli incidenti sono cominciati quando alcuni manifestanti hanno lanciato bombe molotov e pietre all’ingresso dell’edificio e hanno rotto il cordone frapposto dalla polizia polizia. Secondo alcune fonti, i manifestanti sono arrivati fino di fronte all’ufficio del premier. La guardia all’interno dell’edificio ha lanciato gas lacrimogeni per allontanare i manifestanti.

Di fronte all’edificio è stata piantata una bandiera del Partito Democratico. Il leader del Pd, Lulzim Basha, aveva chiesto che la manifestazione fosse la più massiccia degli ultimi trent’anni. Fin dai giorni scorsi si temevano violenze. L’opposizione chiede elezioni anticipate, accusa il premier Rama di corruzione, collusione con la criminalità e di guidare il Paese in spregio alle regole del diritto, Ugualmente denuncia le politiche economiche dell’esecutivo, accusato di costringere la gente, soprattutto i giovani, a lasciare l’Albania per sfuggire alla povertà.

“Lasci immediatamente il potere”

“Se (Rama) non si dimette prima di stanotte, la città lo prenderà per gettarlo nel fiume”, ha minacciato Sali Berisha, ex premier ed ex presidente.  Edi Rama, 54 anni, premier dal 2013 e il cui partito Socialista ha vinto le elezioni generali del 2017 con una maggioranza schiacciante, aveva annunciato venerdì che non si sarebbe trovato a Tirana durante la protesta: era atteso a Valona, il suo collegio elettorale, per un “dialogo” con gli abitanti sullo “sviluppo della città”. Rama viene regolarmente sfidato in piazza dal Pd, che lo paragona a Nicolas Maduro, ma oggi la protesta ha assunto dimensioni senza precedenti dalla fine del comunismo.

 La polizia non ha ancora fornito numeri, ma secondo gli organizzatori a Tirana c’erano circa 50 mila persone arrivate da tutto il Paese su pullman. 

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