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Covid: oltre 90 milioni di contagi nel mondo esperti Oms in Cina per studiare l’origine

Ha superato quota 90 milioni il numero dei casi di contagio da Covid-19 registrati ufficialmente nel mondo dall’inizio della pandemia, di cui 49,9 milioni guariti. Lo rende noto l’università americana Johns Hopkins, che riporta anche 1,93 milioni di decessi totali legati al nuovo coronavirus. Il Paese più colpito al mondo in termini assoluti dal Covid-19 restano gli Stati Uniti, con 22,3 milioni di contagi e 373 mila decessi. Seguono l’India e il Brasile.

Gli Stati Uniti registrano 213.905 nuovi casi di covid-19 e 1.814 ulteriori decessi legati al virus, stando agli ultimi dati forniti dalla Johns Hopkins University. Il totale dei contagi a livello nazionale sale quindi a 22.406.747 con almeno 374.322 persone decedute.

La Cina ha registrato ieri 103 nuovi casi di Covid-19, segnando una crescita a tre cifre per la prima volta in oltre cinque mesi. In base ai dati della Commissione sanitaria nazionale, 85 sono le infezioni trasmesse localmente, di cui 82 nella provincia di Hebei, alle porte di Pechino, dove sono state rafforzate le misure di prevenzione. I media hanno riferito che almeno sei province e città – Pechino, Jiangsu, Zhejiang, Tianjin, Hubei e Hunan – hanno inviato team di medici ed esperti per fronteggiare il focolaio nell’Hebei, riferito soprattutto al capoluogo Shijiazhuang e alla città di Xingtai.

Il team di esperti dell’Oms sarà in Cina da giovedì 14 gennaio, al fine di accertare le origini del Covid-19. Lo ha riferito la Commissione sanitaria nazionale di Pechino. La Commissione sanitaria nazionale ha in una nota spiegato che il team internazionale di 10 esperti “condurrà ricerche congiunte in cooperazione sulle origini del Covid-19 insieme agli scienziati cinesi”. La missione, a lungo pianificata, era attesa già a metà della scorsa settimana, ma da Pechino a sorpresa non arrivò il via libera, malgrado alcuni esperti fossero in viaggio o addirittura già arrivati in Cina, al punto che il direttore dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, lanciò una rarissima critica, dicendosi “molto deluso” per l’evoluzione degli eventi.  

I passeggeri aerei in arrivo in Australia dall’estero dovranno risultare negativi al test per il coronavirus prima di imbarcarsi. Il prerequisito, che era già previsto per i voli charter organizzati dal governo per il rimpatrio dei residenti australiani, ora verrà adottato per tutti i voli in arrivo nel Paese, con eccezioni solo per casi particolari. Lo ha stabilito il gabinetto nazionale, che riunisce il primo ministro federale e i premier degli stati e territori. Gli equipaggi aerei di voli internazionali dovranno inoltre sottoporsi a test settimanali per il Covid-19 o allo sbarco in Australia, e l’uso delle mascherine sarà obbligatorio sui voli domestici e internazionali sia per gli equipaggi sia per i passeggeri, eccetto che per i bambini sotto i 12 anni.

Gli Stati federati di Micronesia, nazione insulare del Pacifico rimasta uno degli ultimi paesi al mondo risparmiati dal Covid-19, hanno segnalato oggi un primo caso di contagio. Il presidente David Panuelo ha ammesso che questa notizia sia “allarmante” per l’arcipelago di 100 mila abitanti, sostenendo che la persona infetta è sotto stretta sorveglianza. “Tutti i cittadini devono mantenere la calma – ha detto in un discorso televisivo -. “Niente panico, perché la situazione è sotto controllo”. Il nuovo coronavirus era stato rilevato in un marinaio di una nave governativa, lo ‘Chief Mailo’, che era stata inviata per riparazioni nelle Filippine. Il paziente e i suoi colleghi sono rimasti a bordo della barca, ancorata in una laguna, e sotto costante sorveglianza. Scuole, chiese e negozi rimangono aperti.

Fonte Ansa.it

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