La Regina Elisabetta è scesa in campo sulla Brexit e senza mai nominarla, in un raro intervento politico, ha lanciato una appello all’unità e al dialogo, guadagnandosi le lodi dei ministri del governo di Theresa May, impegnata nell’impresa di raccogliere una maggioranza in Parlamento che appoggi il suo piano di divorzio da Bruxelles e conduca il Paese fuori dallo stallo.
In un discorso per il centenario dello Women’s Institute di Sandringham, la monarca ha esortato a trovare un “terreno comune”. L’appello è stato letto come un velato riferimento all’aspro dibattito in corso nel Paese, in vista del divorzio da Bruxelles del 29 marzo. “Cercando nuove risposte nell’età moderna”, ha detto Queen Elizabeth, “preferisco le ricette provate e testate, come parlare bene degli altri e rispettare i diversi punti di vista, cercare di trovare un terreno comune, e non perdere mai di vista lo scenario più ampio. Per me questo approccio è senza tempo, e lo raccomando a tutti”.
“Un’enorme saggezza”
Diversi ministri Tory hanno lodato sui social le parole della monarca, mentre il cancelliere dello Scacchiere, Philip Hammond, ha detto di avervi trovato “un’enorme saggezza”. Il portavoce di Theresa May non ha voluto commentare il messaggio della Regina e ai giornalisti si è limitato a rispondere che “il punto di vista della premier è che dobbiamo sempre mostrare grande rispetto per l’opinione degli altri”.
Non è chiaro, vista la neutralità che deve mantenere la Corona, quale parte del dibattito appoggi la Regina: remain o leave? Soft Brexit o hard Breixt? L’appello all’unità, comunque, sembra giocare a favore della premier, che deve convincere Westminster ad appoggiare il suo accordo con la Ue, riproposto con alcuni compromessi, e su cui il Parlamento tornerà a esprimersi martedì. Al voto dei Comuni andranno diversi emendamenti, tra cui quello proposto dalla laburista Yvette Cooper, con un sostegno trasversale, che eviterebbe al Regno Unito il no deal, rimandando a data da destinarsi il divorzio dall’Ue.
No deal o No Brexit?
Lo spettro di un rinvio dell’uscita potrebbe favorire May, la quale punta tutto sulla minaccia che l’alternativa al suo piano, non è un no deal ma una no Brexit. Già ieri, un euroscettico ultraconservatore come il deputato Jacob Rees-Mogg – che ha sempre accusato May di essere scesa a compromessi con la Ue – ha detto che è preferibile sostenere la premier. Oggi è arrivata un’apertura anche da parte di altri detrattori del primo accordo May, gli unionisti nordirlandesi del Dup, da cui dipende la tenuta del governo, che secondo il Telegraph sarebbero disposti a votare un emendamento che prevede l’appoggio dei deputati al piano della primo ministro se il contestato backstop viene sostituito da “misure alternative”
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