L’Onu è riuscita a tirar fuori dal caos libico due figure di vertice di un futuro governo transitorio che dovrebbe guidare il tormentato Paese nordafricano fino alle elezioni fissate, in maniera assai precaria, per il 24 dicembre. Facendoli scegliere a Ginevra da una sorta di 75 grandi elettori (deputati ed esponenti della società civile del ‘Forum di dialogo politico libico’), la missione di supporto delle Nazioni Unite in Libia è arrivata all’elezione di un premier e di un Consiglio presidenziale composto da tre personalità.
Capo del governo sarà dunque Abdul Hamid Dbeibah, 62 anni, un imprenditore delle costruzioni di Misurata (ovest) considerato “uomo di Mosca” ma anche vicino alla Turchia e ai Fratelli musulmani che sostengono il premier uscente Fayez al Sarraj.
Dbeibah è noto per avere il favore delle tribù occidentali.
In un sapiente e indispensabile bilanciamento, vista la spaccatura del Paese, quale capo del Consiglio presidenziale è stato scelto Mohammad Younes Menfi, un diplomatico di Tobruk (est), ex ambasciatore in Grecia e in sintonia con il generale Khalifa Haftar. I due si erano presentati insieme in un lista che – a sorpresa – ha raccolto 39 dei 73 voti espressi battendo un “ticket” parimenti bilanciato fra est e ovest e apparentemente più forte: era composto dal ministro dell’Interno di Tripoli, il filoturco Fathi Bashagha, e dal presidente dei resti parlamento riparato dal 2014 a Tobruk, il filo-haftariano ora dialogante Aqila Saleh. I due esponenti comunque non sono fuori dai giochi che si creeranno con le elezioni di dicembre.
Fonte Ansa.it