Abdullah Shah, 59 anni, sultano dello Stato del Pahang, è il nuovo re della Malesia, eletto dalla Conferenza dei monarchi. Per la prima volta nella storia del regno del sud-est asiatico, le famiglie reali hanno dovuto organizzare un voto anticipato dopo la fuga d’amore del re salito sul trono solo due anni fa, il sultano del Kelantan, Mohammed V, 49 anni, che lo scorso 6 gennaio ha abdicato per stare con la neo moglie, l’ex miss Mosca, la 25enne Oksana Voevodina.
Un’insolita monarchia
Fin dalla sua indipendenza dalla Gran Bretagna, nel 1957, la Malesia ha optato per una monarchia costituzionale con un sistema piuttosto insolito: ogni cinque anni un nuovo re viene eletto tra gli esponenti delle nove famiglie reali che gestiscono nove dei 13 stati del Paese mentre alla guida degli altri quattro stati ci sono governatori che non hanno sangue blu nelle vene.
In base all’ordine prestabilito è arrivato il turno della famiglia reale dello stato di Pahang (centro-est), il terzo più vasto della Malesia. Il suo sultano 88enne, Ahmad Shah, che era già stato re della Malesia dal 1979 al 1984, ha abdicato a sua volta a beneficio del figlio, Tengku Abdullah Shah, 59enne, eletto dal Consiglio reale e che salirà sul trono il prossimo 31 gennaio. Il neo sovrano della Malesia è noto per il suo spiccato interesse per lo sport: è presidente in carica della Asian Hockey Federation nonché membro del consiglio di amministrazione della Fifa.
L’elezione e i poteri del re
Per venire eletto un re deve ottenere il consenso di cinque delle nove componenti del Consiglio reale. Nel corso della votazione rigorosamente anonima ciascun membro scrive con la stessa pena su un foglio di carta il nome del sultano dello Stato a cui spetta governare, precisando se pensa che la sua figura sia adatta a ricoprire l’incarico. Se il nome prescelto non ottiene la maggioranza oppure il ‘candidato’ rinuncia al trono, la votazione deve riprendere pronunciandosi sul nome del sultano dello stato successivamente in lizza.
In Malesia la figura del re, noto come il Yang di-Pertuan Agong, ha un ruolo di rappresentanza, prestigioso ma formale, e non partecipa alle attività istituzionali quotidiane. I poteri esecutivi e legislativi sono nelle mani del primo ministro e del Parlamento. Tuttavia è una figura molto rispettata e criticarlo è proibito; attacchi al re sono passibili di pene fino a tre anni di carcere. Il suo ritratto è esposto nei luoghi pubblici, dà il suo consenso alla nomina della carica di primo ministro, è il leader simbolico dell’Islam nel Paese a maggioranza musulmana (63,7%) ed è capo onorario dell’esercito.Il re può concedere la grazia, come è successo con il precedente sovrano che ha dato il suo perdono all’ex leader di opposizione Anwar Ibrahim, dopo la vittoria della sua coalizione alle ultime elezioni. Nel 2015, Ibrahim, già deputato, era stato condannato a cinque anni di carcere per sodomia.
La storia d’amore di Mohammed V
Due anni fa il trono è andato al sultano del Kelantan, l’allora 47 enne Mohammed V, appassionato di sport estremi, come caccia, corse di auto fuori strada. Lo scorso novembre aveva annunciato che si prendeva un periodo di riposo fuori dal Paese per motivi sanitari e il suo ritorno a Kuala Lumpur era previsto per il 1° gennaio. Poco dopo la sua partenza sui social sono cominciate a circolare fotografie che ritraevano il re della Malesia accanto all’ex miss Mosca, la bellissima 25enne Oksana Voevodina, che avrebbe sposato in gran segreto nella capitale russa. Lo scorso 6 gennaio Mohammed V ha abdicato ma senza fornire alcuna motivazione. Una storia accolta da molti come una favola d’amore a lieto fine: quella di un uomo potente che rinuncia a tutto per mettere su famiglia con la donna che lo ha fulminato.
L’ombra dello scandalo 1 MDB
Sarà una coincidenza, una zona d’ombra sulla storia da romanzetto rosa? L’abdicazione di Mohammed V è coincisa con l’apertura di un’inchiesta sulla frode finanziaria più colossale al mondo, nota come ‘1 MDB’. Da questo fondo di investimenti di proprietà dello Stato della Malesia – 1Malaysia Development Berhad – creato nel 2009 dall’allora premier Najib Razad, sono spariti miliardi di dollari. Una vicenda ancora, in parte oscura, che ha portato alla caduta e alla condanna di Razad mentre varie celebrità di Hollywood sono state coinvolte, tra cui l’attore Leonardo di Caprio, la modella Miranda Kerr e il lascito di Jean-Michel Basquiat. Il governo di Kuala Lumpur ha aperto un procedimento penale contro la Goldman Sachs e alcuni ex dipendenti della banca e del fondo, mentre le vittime stanno ancora intentando cause per gli svariati miliardi di dollari che mancano all’appello.
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a [email protected].
Se invece volete rivelare informazioni su questa o altre storie, potete scriverci su Italialeaks, piattaforma progettata per contattare la nostra redazione in modo completamente anonimo.