Si rafforza la Lega di Visegrad, ovvero quella parte d’Europa sovranista e fortemente critica dell’asse franco-tedesco. E aumenta la naturale empatia mitteleuropea del nuovo governo italiano
Un leader anti-immigrati, Janez Jansa al primo posto nelle elezioni della vicina repubblica di Slovenia dialetticamente vicino al nostro Matteo Salvini. Una Slovenia speculare alla vicina Italia tanto da mutuare la politica nostrana anche per quel sorprendente secondo posto conquistato da un ex comico, Marjan Sarec, così somigliante a Beppe Grill per le sue posizioni provocatoriamente antisistema. I votanti si sono attestati attorno al 40 per cento, segnando anche in questo Paese un preoccupante distacco popolare dalla politica.
La vittoria di Jansa, che guida il Partito Democratico Sloveno, ha conquistato il 25 per cento dei voti e la frammentazione del quadro politico non lascia, almeno per ora, ben sperare per la formazioni di un nuovo governo. Si prospetta una soluzione all’italiana, con un’alleanza che potrebbe oggi sembrare innaturale tra Jansa e Sarec più l’estrema destra nel piccolo ma importante paese dell’ex Jugoslavia? Troppo presto per dirlo ma la politica è l’arte del possibile.
Chi gode certamente per la vittoria di Jansa è Viktor Orban, leader ungherese da poco rieletto alla testa del suo Paese e – sembra probabile – tra gli occulti sostenitori di Jansa, nell’ottica di un sempre più notevole rafforzamento di quell’Asse di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria a cui si aggiungeranno con ogni probabilità Austria e Slovenia) che riunisce sovranisti, conservatori, antimmigrati dell’Europa Centrale. All’inedito rassemblement mitteleuropeo guarda con interesse esplicito la Lega di Salvini.
Il legame della Lega con il mondo germanico e mitteleuropeo in generale ha i suoi prodromi nella Lega Nord di Bossi, che faceva riferimento alla Baviera della Cdu e all’austriaco Fpö di George Haider, il cui erede, Sebastian Kurz, è saldamente alla guida dell’Austria.
Il peso di questa lega, che contesta il predominio franco-tedesco e guarda, seppure con gradazioni differenti, con una certa simpatia alla Russia di Putin, continua ad aumentare e mette in serio pericolo la visione tradizionale e junckeriana dell’Europa. Le carte nella Ue si stanno rimescolando velocemente e rendono più comprensibili le recenti dichiarazioni filoitaliane nella questione immigrati di Angela Merkel. Lo scacchiere europeo è in rapido movimento.
Antonio Devetag