Tra i vari effetti del terremoto dello scorso 13 febbraio, nel Giappone nord orientale, anche l’abbassamento della pressione all’interno dei vasi di contenimento del reattore numero 1, lo stesso della centrale nucleare danneggiata dal triplice incidente del 2011. Lo ha riferito il gestore dell’impianto, la Tokyo Electric Power (Tepco), che ha comunque escluso la fuoriuscita di materiale radioattivo dalla centrale attualmente in fase di smantellamento.
Tepco ha spiegato che nel pomeriggio di domenica, una settimana dopo il sisma di magnitudo 7.3 con epicentro al largo della prefettura di Fukushima, è stata registrata una pressione di circa 0,9 kilospascal (kPa) rispetto al valore ordinario di 1,2 kPa. A tal proposito è stata decisa un’immissione supplementare di nitrogeno per far salire la pressione e ridurre il rischio di un esplosione di idrogeno. Tepco ha inoltre detto che il versamento del liquido nei bacini che contengono il combustibile esausto continua regolarmente e non ci sono ulteriori variazioni nelle operazioni di manutenzione. La scossa si è verificata nella stessa area geografica della triplice catastrofe nel marzo 2011, senza tuttavia provocare uno tsunami a causa della maggiore profondità dell’epicentro, pari a 55 chilometri. Il bilancio finale è stato di circa 160 feriti, e danni strutturali in quattro prefetture dell’arcipelago.
Fonte Ansa.it