(ANSA) – TOKYO, 23 DIC – La diffusione del Covid-19
impatta anche sui piani di smantellamento della centrale
nucleare di Fukushima, a quasi dieci anni dalla triplice
catastrofe. Lo anticipano i media giapponesi, spiegando che la
prossima fase di rimozione del magma radioattivo – la parte più
delicata dell’operazione di bonifica della struttura, doveva
iniziare a inizio 2021, ma l’espansione della pandemia su scala
globale ha ritardato i test di sperimentazione in Inghilterra
per l’impiego di un braccio robotico.
Dei tre reattori che avevano subito la fusione del nocciolo,
l’operatore della centrale, la Tokyo Electric Power (Tepco),
prevedeva di iniziare i lavori dall’unità numero due con la
graduale estrazione di circa un grammo per volta del
combustibile nucleare stoccato, per poi espandere la portata
fino a diversi chili al giorno.
In base ai piani la Tepco avrebbe dovuto verificare la
funzionalità del robot in agosto per poi trasferire
l’attrezzatura in Giappone entro il febbraio del 2021,
consentendo così l’inizio dei corsi di formazione ai suoi
dipendenti. Con l’emergenza sanitaria in corso i ritardi si sono
accumulati, e adesso è possibile che gran parte dei collaudi
debbano essere trasferiti in Giappone. L’operazione di rimozione
del magma dal reattore numero due – che contiene 237 tonnellate
di materiale radioattivo – dovrebbe richiedere diversi anni
secondo la Tepco.
In totale nelle tre strutture sono ammassate circa 880
tonnellate di detriti pericolosi. Ad oggi il governo giapponese
e la Tepco prevedono che le attività di smantellamento verranno
completate tra il 2041 e il 2051. Nel marzo 2011 i tre reattori
vennero colpiti da un’esplosione all’indomani del terremoto di
magnitudo 9 e il successivo tsunami, con la conseguente
dispersione delle radiazioni. (ANSA).
Fonte Ansa.it