(ANSA) – TOKYO, 03 GEN – A quasi dieci anni dalla triplice
catastrofe di Fukushima, nel nord est del Giappone, appena il
30% dei residenti della prefettura si dichiarano soddisfatti
riguardo al processo di ricostruzione ancora in atto. E’ quanto
evidenzia un sondaggio dell’agenzia Kyodo, tramite le interviste
di 300 persone delle tre diverse prefetture colpite dal
terremoto di magnitudo 9, il successivo tsunami e il disastro
nucleare che ne è seguito.
Nelle regioni di Miyagi e Iwate il tasso di approvazione si
assesta tuttavia tra il 70 e l’80%, a rimarcare la differenza
tra le conseguenza provocate dal disastro naturale, in
prevalenza la distruzione del maremoto, e quelli invece generati
dalle radiazioni nell’area adiacente la centrale di Fukushima
Daichi, che di fatto hanno costretto la popolazione ad
abbandonare le proprie abitazioni. Le stesse persone citano i
costi per la ricostruzione delle loro case e l’ingente riduzione
del reddito.
I lavori di smantellamento dell’impianto proseguono ma sono
ritardati dalla presenza, considerata ancora a livelli
allarmanti, delle radiazioni. Lo scorso mese il governo ha
annunciato che offrirà fino a due milioni di yen, l’equivalente
di 16.000 euro, a chi decide di far ritorno in dodici
municipalità confinanti con la centrale, abbandonate
all’indomani dell’incidente nucleare. Supporto economico per un
valore di tre quarti degli investimenti iniziali verrà fornito
anche a chi decide di trasferirsi per aprire un’attività
economica. Le risorse saranno messe a disposizione dalla
prefettura di Fukushima in cooperazione con l’Agenzia nazionale
per la ricostruzione del territorio. (ANSA).
Fonte Ansa.it