Tre giovani, due dei quali minorenni, sono rimasti uccisi dal fuoco dell’esercito israeliano nel corso della protesta contro il muro di separazione tra Gaza e Israele. I due minorenni, entrambi di 17 anni, sono rimasti colpiti alla testa e al petto. La terza vittima era un giovane di 21 anni, colpito da colpi di arma da fuoco nella notte. Migliaia di palestinesi si sono radunati lungo il confine della Striscia di Gaza con Israele in occasione del primo anniversario della Grande Marcia del Ritorno. Sono rimaste ferite 244 persone, 46 delle quali colpiti da munizioni vere.
Queste proteste si ripetono settimanalmente e richiedono il ritorno dei rifugiati palestinesi e la fine del blocco israeliano sulla striscia, imposto dal 2007. Nelle marce di oggi, i manifestanti si sono radunati in diversi punti lungo la recinzione di confine, dove gruppi hanno lanciato sassi, hanno bruciato pneumatici e lanciato ordigni esplosivi contro il recinto, ha fatto sapere l’esercito israeliano.
Dall’inizio delle proteste nel marzo 2018, almeno 271 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano, 195 durante le marce e 76 in altri episodi di violenza, secondo i dati dell’Ufficio degli affari umanitari delle Nazioni Unite nei Territori occupati (OCHA). Sono morti anche due soldati israeliani, uno durante le proteste e l’altro in un’operazione segreta all’interno dell’enclave. Israele, che rimane in allerta nel perimetro del confine con un rinforzo di truppe, accusa Hamas, che governa di fatto nella striscia, di strumentalizzare le proteste per commettere attacchi nel territorio israeliano
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