(ANSA) – LONDRA, 16 NOV – Arriva a sorpresa la mossa del
premier conservatore Boris Johnson che propone una riforma
draconiana delle regole sul conflitto d’interesse per i
parlamentari cercando così di arginare lo scandalo ‘malcostume’
(sleaze) che ha colpito il suo partito.
Il primo ministro chiede di vietare ai membri di Westminster
l’attività di consulenti politici retribuiti nonchè forme di
lobbying, oltre a suggerire che il codice di condotta della
Camera dei Comuni sia aggiornato in modo che i parlamentari che
non si concentrano in modo adeguato sui loro elettori siano “sottoposti a inchiesta e adeguatamente puniti”.
L’iniziativa è stata lanciata dopo che oggi la maggioranza
Tory ha portato a termine l’umiliante marcia indietro dopo il
tentativo di salvare dalla sospensione ai Comuni, per 30 giorni
per consulenze d’oro, l’ex ministro Owen Paterson (poi dimessosi
da deputato per sua scelta), approvando un emendamento che ne
congelava la posizione e chiedeva una revisione delle regole
adottate dall’organismo disciplinare di Westminster. Con una
mozione passata alla camera bassa l’emendamento decade.
All’apertura del dibattito odierno, Jacob Rees-Mogg, ministro
dei Rapporti con la Camera dei Comuni (o Leader of the House),
ha espresso “rammarico” e ammesso l'”errore” nella vicenda
Paterson. In merito è intervenuta su posizioni critiche anche la
ex premier conservatrice Theresa May, che ha ricordato il “danno” causato al Parlamento.
La mossa riparatrice di Johnson è servita anche per contenere
l’offensiva dell’opposizione. Poco prima dell’annuncio del
premier, il leader laburista Keir Starmer aveva proposto di
votare una mozione proprio per vietare ai parlamentari di
compiere consulenze retribuite. “Valuteremo con attenzione le
proposte del primo ministro”, ha commentato il segretario del
Labour in risposta all’iniziativa di Johnson. (ANSA).
Fonte Ansa.it