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Hong Kong, manifestanti contro la governatrice ma Pechino la sostiene

liberato il leader degli «ombrelli»

17 giugno 2019


Oltre un milione di persone in marcia ad Hong Kong

3′ di lettura

Ancora venti di protesta su Hong Kong. Dopo lo sgombero delle strade del centro da parte della polizia, i manifestanti che chiedono il ritiro della legge sull’estradizione in Cina e le dimissioni della governatrice si sono riversati nuovamente nel centro per un nuovo sciopero generale di insegnanti e studenti. È stato intanto rilasciato il «leader degli ombrelli» Joshua Wong, che ha fatto sapere di voler partecipare alla manifestazione. Appena liberato dal carcere di Lai Chi Kok, Wong, nel resoconto dei media locali, Wong ha affermato che Lam «non è più qualificata per essere la leader di Hong Kong».

I dimostranti si sono schierati davanti al palazzo del governo e hanno chiesto le dimissioni della governatrice Lam. Pechino ribadisce il proprio sostegno incondizionato al governo dell’ex colonia britannica. «Il governo centrale continuerà a sostenere con decisione la governatrice e gli sforzi della Regione amministrativa speciale nell’azione di governo nel rispetto delle leggi», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica popolare, Lu Kang.

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La liberazione di Wong
La governatrice «deve riconoscere le sue colpe e dimettersi, farsi carico delle sue responsabilità e lasciare. Dopo aver lasciato il carcere – ha aggiunto Wong – combatterò con tutti i cittadini di Hong Kong contro questa malvagia legge sulle estradizioni in Cina», accusata di limitare l’autonomia dell’ex colonia a favore di una maggiore intromissione da parte di Pechino. Il provvedimento per ora è stato congelato dall’esecutivo, ma i manifestanti ne chiedono il definitivo accantonamento. Wong, 22 anni e in prigione da maggio, è stato liberato in anticipo usufruendo dei benefici della buona condotta, ma non è chiaro se la decisione sia in qualsiasi modo collegata alle attuali proteste. Ci vorrà un po’ di tempo, ha ribadito Wong, ma «non importa cosa succede perché mi unirò alle proteste presto». La Borsa lunedì 17 giugno comunque apre in rialzo.

Grosso guaio a Hong Kong
La seconda chance richiesta dalla governatrice Carrie Lam si è infranta contro la marea umana del corteo di quasi 2 milioni di persone che, nelle stime degli organizzatori del Civil Human Rights Front, domenica 16 giugno ha sfilato pacificamente nel centro della città. Una prova decisa e solida che, facendo salire di livello le proteste, adesso è ben più di un semplice campanello d’allarme per Pechino. Le manifestazioni scaturite dalla criticatissima legge sulle estradizioni in Cina sono cresciute di dimensione oltre qualsiasi ipotesi immaginabile fino a pochi giorni fa, diventando un serissimo grattacapo per la leadership del Partito comunista cinese visti gli scenari più temuti che si stanno profilando all’orizzonte.

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