Sabato sera Andrea Bocelli è salito sul palco ad Al Ula, in Arabia Saudita, e ha incantato il pubblico. Lo ha fatto due volte: la prima quando ha iniziato a cantare, la seconda quando ha indossato un ghutra (un tradizionale copricapo da uomo) accolto da applausi scroscianti.
“È un grande piacere essere qui per la prima volta. Sono molto emozionato per questo “, ha detto Bocelli ai fan presenti al teatro Maraya Concert Hall. “È un onore essere qua.” Bocelli ha dichiarato di avere un legame speciale con il Regno perché è stato il suo amico saudita Mohammed Abdul Latif Jameel a incoraggiarlo a creare la Fondazione Andrea Bocelli, un’organizzazione caritatevole per la musica e la scienza. ll concerto, diretto da Marcello Rota, rientra nell’ambito del Festival di “Winter At Tantora”. Ad accompagnare il tenore italiano è stata la National Symphony Orchestra. Bocelli, 60 anni, si è esibito in alcuni dei suoi brani più celebri, come “Donna Non Vida Mai”, “Canto Della Terra” and “Granada”.
C’è anche una seconda eccellenza italiana
Ma Bocelli non è stato l’unica eccellenza italiana che può vantare il Festival che si tiene e Mada’in Saih, a pochi chilometri da Al-Ula, in mezzo a stupefacenti panorami desertici. Proprio qui lo Studio Giò Forma, formato dalla milanese Cristiana Picco, dall’architetto fiorentino Claudio Santucci e dal designer di Amburgo Florjan Bojeha, ha progettato l’installazione di Land Art. Si tratta, si legge su Il Giornale, “di un “maraya”, ossia di un cubo gigante di specchi che riflette il paesaggio circostante. È una sorta di amplificazione delle meraviglie di una zona desertica la cui morfologia cambia continuamente grazie al vento che sconvolge le sabbie”.
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