Il Venezuela è piombato nel buio, e non solo metaforicamente: la rete elettrica del paese latinoamericano è andata in tilt, riaccendendo la guerra di parole tra Washington, che accusa di “incompetenza” Nicolas Maduro, e Caracas, che ha accusato gli Stati Uniti di aver messo in atto un “sabotaggio”.
Il peggior blackout della storia del Venezuela ha colpito la capitale venezuelana Caracas e la maggior parte del Paese alle 16.50 (ora locale, le 21.50 in Italia), interessando tutte le aree di Caracas e facendo saltare i servizi fondamentali, tra cui metropolitana e semafori. Migliaia di persone che hanno lasciato il lavoro hanno dovuto camminare per chilometri per rientrare a casa. L’interruzione ha colpito anche le attività dell’aeroporto Simon Bolivar. Le linee telefoniche e internet sono stati interrotti bruscamente. La città, considerata una delle più pericolose al mondo e regolarmente deserta dopo il tramonto, è stata avvolta dal buio.
Le interruzioni di corrente sono comuni in Venezuela ma sono comunque più rare a Caracas. “Siamo stati presi di mira dalla guerra dell’elettricità”, ha dichiarato il ministro dell’Energia, Motta Dominguez. “Questa volta hanno attaccato la centrale idroelettrica di Guri (la principale del Paese, ndr)”. Su Twitter, Maduro ha accusato gli Stati Uniti. “La guerra dell’elettricità annunciata e diretta dall’imperialismo Usa contro il nostro popolo sarà sconfitta. Niente e nessuno può sconfiggere la gente di Bolivar e i patrioti di Chavez”.
“Guerra elettrica imperiale”
L’amministrazione americana respinge le accuse. “Il blackout e la devastazione che colpiscono quotidianamente i venezuelani non è a causa degli Stati Uniti. Non è a causa della Colombia. Non è l’Ecuador o il Brasile, l’Europa o altrove. La carenza di elettricità e la fame sono il risultato dell’incompetenza del regime di Maduro”, ha twittato il segretario di Stato americano, Mike Pompeo. “Le politiche di Maduro non portano altro che oscurità”, ha rincarato in un secondo Tweet, “niente cibo, niente medicine, ora niente elettricità. Il prossimo passo – ha concluso – è niente Maduro”.
“Ventidue Stati senza luce. Sei ore senza luce a Caracas è un record. Caos e indignazione: questo blackout dimostra l’inefficienza dell’usurpatore – ha sottolineato, Juan Guaidó, l’uomo su cui Washington sta puntando e riconosciuto presidente ad interim da 50 Paesi – la ripresa del settore elettrico e del Paese passa per la fine dell’usurpazione”.
Il governo venezuelano ha chiuso gli uffici e le scuole del Paese. Il presidente eletto, Maduro, ha preso questa decisione “al fine – ha twittato il vicepresidente del Venezuela, Delcy Rodriguez – di facilitare gli sforzi per il recupero del servizio elettrico nel paese, vittima della guerra elettrica imperiale”.
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