Antichi romani, minatori, figure popolari dei cartoni animati, cantanti rock: ebbene sì, in Germania è annunciato un boom di “semafori pazzi”. Qualche volta si tratta di operazioni di “marketing comunale”, altre volte il messaggio è più complesso, come nei casi di semafori già dedicati alle tematiche legate all’omosessualità, con figurine abbracciate in verde e in rosso che sono comparse in grandi città come Colonia, Amburgo e Flensburg.
Ma l’iniziativa che l’amministrazione municipale si prepara a lanciare nella cittadina renana di Bergkamen è di altro genere: qui saranno i minatori e gli antichi romani, ben riconoscibili in rosso e in verde, a regolare il traffico.
Compariranno a partire da metà luglio in questa località della Ruhr. Romani degni di un fumetto di Asterix, con tanto di elmo, scudo e lancia: “Una novità assoluta per la Germania”, chiosa lo Spiegel.
La scelta viene spiegata con la storia di Bergkamen: qui sorse uno dei più importanti guarnigioni romane in Germania.
Pertanto non stupisce che l’altra figura-simbolo a regolare il traffico di questa cittadina sia un minatore: la Ruhr, com’è noto, è il più importante bacino carbonifero della Repubblica federale. C’è da dire che la vicina Duisburg ce l’ha di già il minatore a dare il via libera all’attraversamento degli incroci.
Si tratta “di figure simboliche per il nostro territorio e la sua storia”, spiegano con orgoglio le autorità municipali.
Chissà perché, l’idea di veicolare con le figure dei semafori le principali caratteristiche della storia locale sta prendendo sempre più piede in Germania.
A Magonza, dove il secondo canale pubblico Zdf ha il suo quartier generale, c’è un semaforo con il popolare cartone animato dei “Mainzelmaennchen”, che rappresentano da varie decadi il marchio di fabbrica dell’emittente, tra un programma e l’altro.
Ma l’asino no
A Wesel, in Nord-Reno Vestfalia, ha invece fatto discutere la proposta di piazzare sui semafori locali la figura di un asino: è vero che il quadrupede è il simbolo della città, e che il nome “Wesel” in tedesco fa rima con la parola tedesca “Esel”, che appunto significa asino.
Ma in questo caso le autorità provinciale hanno ritenuto di dover intervenire con fermezza: figure a quattro zampe, si è detto, potrebbero confondere i pedoni, e pertanto non sono considerate sicure.
C’è un precedente che fece parlare di sé lo scorso dicembre, a Friedberg, in Assia: qui il comune ha dato il via libera a ben tre semafori con le fattezze di Elvis Presley.
Qui, ogni volta che scatta il verde, al posto del tradizionale omino che cammina, appare il “re del rock’n’roll”, nella sua classica posa a gambe piegate e mossa del bacino, mentre con il rosso regge l’asta del microfono con la sua inconfondibile sensualità.
L’Ampelmann, l'”Omino del Semaforo” che da Berlino Est è divenuto un simbolo della Germania (Sebastian Willnow/AFP)
Il tutto accade nei pressi di una piazza che non per caso è intitolata all’indimenticabile interprete di “Jailhouse Rock” e “Love me tender”.
Il punto è che in questa cittadina tedesca Elvis fece il suo servizio militare, tra il 1958 e il 1960. Una vicenda ai limiti della leggenda, comunque la più paparazzata degli Anni Cinquanta: non a caso Presley – che in quei due anni viveva nella vicina Bad Nauheim – viene onorato nelle due municipalità con una frequentatissima Associazione Elvis e un apposito European Elvis Festival.
Presto il “re del rock” deve vedersela con una concorrenza più affollata, animata da romani alla Giulio Cesare e da ruvidi minatori. Gli asini, per sua fortuna, gli saranno risparmiati. Per ora.
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