Affondo della Cina nella guerra commerciale con gli Stati Uniti. Il governo di Pechino ha infatti annunciato dazi maggiorati al 25% su 60 miliardi di dollari di merci made in Usa. Il prevvedimento scatterà a partire dal primo giugno. Immediata la reazione dei mercati: i future sul Dow Jones perdono l’1,8%, quelli sul Nasdaq il 2,3% e quelli sullo S&P 500 l’1,7%.
UNA MOSSA PER RISPONDERE AI DAZI DI TRUMP
La decisione, si legge in una nota, è maturata all’interno della Commissione sulle tariffe doganali del Consiglio di Stato del governo cinese dopo la mossa americana che, efficace da venerdì 10 maggio, ha portato i dazi dal 10% al 25% sull’import di 200 miliardi di dollari di beni ‘made in China’. Queste ultime sono considerate «in contrasto col consenso delle parti di risolvere le divergenze commerciali attraverso consultazioni, ledendo gli interessi di entrambe le parti e non soddisfacendo l’aspettativa generale della comunità internazionale».
A difesa del sistema commerciale multilaterale e dei suoi diritti e interessi legittimi, «la Cina deve adeguare le tariffe su alcuni beni importati dagli Stati Uniti». Nel complesso, si tratta di una lunga lista di 2.493 beni, colpiti da dazi al 10%, al 20% e al 25%. L’adeguamento alle misure tariffarie è «una risposta all’unilateralismo e al protezionismo» degli Usa. La Cina «spera» che la parte americana torni alle consultazioni con sforzi congiunti nella stessa direzione «al fine di raggiungere un accordo reciprocamente vantaggioso sulla base del rispetto».
IPOTESI DAZI SU ENERGIA E AGRICOLTURA
Per Hu Xijin, editor-in-chief del Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo, la Cina «potrebbe bloccare gli acquisti di prodotti agricoli e dell’energia Usa, ridurre gli ordini di Boeing e restringere il commercio dei servizi con la Cina». «Molti accademici cinesi», ha twittato Xijin, «stanno discutendo la possibilità di ‘scaricare’ titoli del Tesoro Usa e su come farlo in modo specifico».
KUDLOW: PAGERANNO IMPRESE E CONSUMATORI AMERICANI
La notizia è arrivata all’indomani dell’ammissione del consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, che in un’intervista alla Fox ha detto che a pagare il prezzo della guerra commerciale saranno le imprese americane e anche i consumatori, se le aziende dovessero scaricare sui clienti gli aumenti delle tariffe. Il presidente Donald Trump, invece, aveva scritto su Twitter che sarebbe stata la Cina a pagare.