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La corsa a ostacoli di Joe Biden alla Casa Bianca

Il 20esimo candidato alle primarie dem in vista delle Presidenziali del 2020 ha annunciato l’inizio della sua campagna il 25 aprile e, per quanto attesa, non è stata una vera e propria sorpresa. Si tratta infatti dell’ex vicepresidente Joe Biden.

Scelto da Barack Obama come suo vice, Biden ha alle spalle una lunghissima carriera politica: in Senato da 36 anni, ha sempre mantenuto alto il suo impegno civico e le sue convinzioni politiche. Da quando ha annunciato la candidatura, è schizzato al primo posto nei sondaggi con il 39%; Bernie Sanders, secondo nella lista, è al 23%. Non solo. Biden sembra piacere più del senatore del Vermont anche agli afroamericani, dato molto importante per vincere le elezioni. Sembra che Donald Trump sia preoccupato per questa nuova candidatura: non lo ammetterebbe mai apertamente, sia chiaro, ma i suoi cinque tweet al veleno postati uno dietro l’altro dopo l’annuncio di Biden, non lasciano alcun dubbio. Qualcuno dei suoi deve però avergli consigliato di smettere con gli insulti, se non altro perché dopo l’attacco del presidente i consensi per Biden sono cresciuti significativamente.

BIDEN E L’OSTACOLO DELL’ETÀ

Certo, come dice Chris Cillizza, giornalista della Cnn, mancano ancora tanti mesi dalle elezioni, e per quanto Biden sia per ora il candidato più amato, ci sono molti fattori che gli potrebbero creare non pochi problemi. Prima di tutto, non è giovane: a novembre del 2020 compirà 78 anni e, se eletto, sarebbe il più presidente più anziano nella storia degli Stati Uniti. Come spiega Cillizza, potrebbe risolvere questo problema cercando un vice molto più giovane, oppure annunciare che non si candiderà per un secondo mandato. Il problema dell’età, però, non è solo anagrafico, ma ha anche a che fare con quello che è successo nel Partito democratico da quando Trump è presidente.

LO SPOSTAMENTO A SINISTRA DEI DEMOCRATICI USA

Negli ultimi anni, il partito ha infatti cambiato radicalmente faccia diventando marcatamente il partito delle minoranze e delle donne, e non tutti i democratici vorrebbero essere rappresentati da un uomo bianco, anziano, con una visione moderata rispetto alla loro, simbolo di un’era ormai lontana. Il messaggio di Bernie Sanders, di Kamala Harris, Elizabeth Warren e degli altri candidati alla Casa Bianca rispecchia lo spostamento a sinistra rispetto alla politica di Biden, che, come ricorda il Washington Post, in questo clima sembra non proporre neanche un messaggio molto preciso. Un esempio chiaro è stato il suo commento nei confronti di Mike Pence, l’attuale vicepresidente. Lo ha definito «a decent man», commento che ha creato aspre critiche non solo da parte delle donne, ma da tutta comunità Lgbt, per via delle posizioni misogine e omofobe di Pence. Il fatto è che anni fa, i democratici come Biden credevano che non tutti i repubblicani fossero sempre terribili. Negli ultimi due anni, con l’appoggio incondizionato a Donald Trump da parte del Gop, il sentimento nei loro confronti è molto cambiato. Riuscirà Biden a mettersi al passo con i tempi?

BIDEN E L’ONDATA DEL #METOO

Un altro aspetto che è cambiato rispetto ad alcuni anni fa, specialmente grazie al movimento #metoo, è il modo di relazionarsi alle donne, soprattutto in campo professionale e lavorativo. Le regole sono molto diverse, ma Joe Biden non sembra essersene accorto. Molte hanno ammesso di essersi trovate a disagio quando ha appoggiato le mani sui loro fianchi o sulle loro spalle. Una di loro, Lucy Flores, politica del Nevada, ha raccontato di come lui le abbia annusato i capelli e poi baciata sulla testa. Non si tratta, ovviamente, di abuso sessuale, ma è comunque un atteggiamento che provoca imbarazzo e fastidio. Sono gesti che si dovrebbero evitare. Biden sa bene che deve imparare a essere meno ‘affettuoso’, e in un’intervista ha promesso di fare più attenzione. E, a proposito di donne, è difficile dimenticare come nel 1991, durante l’udienza al Senato per nominare il giudice di estrema destra Clearance Thomas alla Corte Suprema, venne accusato di molestie sessuali da Anita Hill. A presiedere il comitato era Joe Biden che venne aspramente criticato per non averla appoggiata in modo più duro, malgrado i racconti dettagliati della vittima. Infine, quando nel 1988 e nel 2004 Biden partecipò alle elezioni, i risultati furono a dir poco scarsi. Insomma, forse il partito democratico dovrebbe essere rappresentato da nuovi volti, giovani, non bianchi e femminili invece che da un “vecchio della politica”, ma è anche vero che, malgrado tutto, Biden ha più possibilità di battere Donald Trump. Bisogna avere la pazienza di vedere come si svilupperà questa campagna elettorale.

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