Con l’avvento di Jair Bolsonaro alla guida del Brasile, la quarta democrazia più grande del mondo, la mappa geopolitica del’America latina vede consolidarsi il dominio conservatore.
Il precipitare della situazione in Venezuela, della quale gli Usa di Trump non sono certo spettatori indifferenti, è l’ultimo tassello del rovesciamento politico di un’area del globo che per anni aveva fatto parlare di sé come nuova patria del socialismo, grazie a leader carismatici come Lula e Hugo Chavez.
La svolta del subcontinente è cominciata già dieci anni fa, in una regione in cui la sinistra nel decennio precedente era predominante. Così in una decade sono passati da sinistra a destra Panama, Guatemala, Argentina, Haiti, Honduras, Cile, Perù, Costa Rica, Paraguay e Brasile.
Ad oggi i paesi governati dalla sinistra o dal centrosinistra sono il Messico, andato controcorrente con Andres Manuel Lopez Obrador (AMLO), il Salvador di Sanchez Ceren, Cuba con Miguel Diaz-Canel, il Nicaragua di Daniel Ortega, la Bolivia con Evo Morales e il Venezuela di Nicolas Maduro, alle prese con una crisi senza precedenti dopo che il leader di opposizione, capo del Parlamento, Juan Guaidó, si è autoproclamato capo dello Stato ad interim.
Una ondata conservatrice preceduta, va ricordato, da una grave crisi economica causata dal crollo dei prezzi delle materie prime – vitali per le esportazioni – e da scandali di corruzione che hanno coinvolto governanti di sinistra. La crisi economica ha eroso il sostegno elettorale di cui per anni, in pieno boom economico, hanno goduto le forze politiche di sinistra.
Chi è a destra
Oltre al Brasile di Jair Bolsonaro, i paesi schierati a destra sono:
- Argentina: nel dicembre 2015 Mauricio Macri, ex sindaco di Buenos Aires, con il suo partito ‘Proposta Repubblicana’ è subentrato alla peronista Cristina Fernandez De Kirchner – moglie dell’ex presidente Nestor Kirchner – travolta poi da scandali di corruzione.
- Cile: Nell’aprile 2018 l’imprenditore Miguel Juan Sebastian Pinera Echenique, leader del partito ‘Rinnovamento nazionale’ – già presidente del Cile dal 2010 al 2014 – è tornato alla guida del Paese, sconfiggendo Michelle Bachelet (Partito Socialista del Cile).
- Colombia: Nel giugno 2018 la Colombia ha eletto un presidente di centro-destra, Ivan Duque Marquez (Centro Democratico), dopo due mandati di Juan Manuel Santos (in carica dal 2010), leader del Partito sociale di unità nazionale.
- Paraguay Nell’agosto 2018 le elezioni presidenziali sono state vinte da Mario Abdo Benítez del ‘Partito Colorato’, nato nel XIX secolo come formazione di tendenze socialiste, poi trasformatosi in formazione nazionalista durante la dittatura e, tornata la democrazia, convertitosi in partito liberalconservatore.
- Costa Rica: Carlos Alvarado Quesada (‘Partito azione cittadina’, centro-destra) è stato eletto a maggio 2018, prendendo il posto del collega Luis Guillermo Solis.
- Ecuador: Nel febbraio 2017 gli ecuadoregni hanno scelto Lenin Moreno (‘Alleanza Paese’), ex alleato del suo predecessore Rafael Correa, che ha però preso le distanze dalle politiche di sinistra, alleandosi poi con la destra e avvicinandosi agli Stati Uniti.
- Guatemala: Nel settembre 2015 Jimmy Morales del ‘Fronte di convergenza nazionale’ è stato eletto presidente, dopo un’altra esperienza a destra, quella dell’ex militare Otto Fernando Perez Molina, del ‘Partito Patriota’ (PP).
- Honduras: Riconfermato alla presidenza nel novembre 2017, il conservatore Juan Orlando Hernandez (‘Partito nazionale di Honduras’) era subentrato nel 2014 al collega Porfirio Lobo Sosa (2010-2014).
- Panama: Da luglio 2014 il presidente è Juan Carlos Valera Rodriguez (Partito Panamenista, centro-destra), dopo il mandato dell’imprenditore di origine italiana Ricardo Martinelli, conservatore del partito del ‘Cambiamento democratico’.
- Perù: Nel marzo 2018 Martin Vizcarra (‘Peruviani per il cambiamento’, centro-destra) è stato eletto presidente, subentrando al collega di partito, l’economista Pedro Pablo Kuczynski.
Chi è a sinistra
- Messico: In questo quadro di svolta a destra di molti paesi dell’America Latina, il Messico fa eccezione con la vittoria epocale di Andres Manuel Lopez Obrador e il suo ‘Movimento di Rigenerazione Nazionale’, di sinistra radicale e nazionalista con tendenze anti-americane, insediatosi alla presidenza lo scorso 1 dicembre. In Messico il dominio del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI, centro-destra) è durato dal 1929 al 2000 e dal 2012 al 2018 con Enrique Pena Nieto, predecessore di AMLO.
- Bolivia: Dal 2006 la Bolivia è governata dal sindacalista, primo presidente indigeno della storia, Juan Evo Morales Ayma, leader del ‘Movimento per il Socialismo’ (MAS). Il Paese andrà alle urne quest’anno mentre critiche arrivano da diversi ambienti contro la candidatura di Morales.
- Cuba: Tramontata l’era Castro, durata quasi 60 anni, nel maggio 2018 l’Assemblea nazionale cubana ha eletto presidente Miguel Diaz-Canel, ingegnere elettronico di 57 anni, esponente della generazione di leader post-rivoluzionari, che ha preso il posto del 86enne Raul Castro.
- Nicaragua: Sempre più contestato, resiste il presidente Daniel Ortega, già presidente durante la rivoluzione sandinista (1985-1990), rieletto nel 2007, riconfermato nel 2011 e nel 2016. Il leader del ‘Fronte sandinista di liberazione nazionale’ è politicamente vicino ai Castro e a Hugo Chavez, ex presidente del Venezuela (1999-2013), predecessore di Maduro. Vice-presidente del Nicaragua è la moglie, Rosario Murillo, altra figura politica controversa.
- Venezuela: Nicolas Maduro, sindacalista, leader del ‘Partito Socialista Unito del Venezuela’, al potere dal 2013, è stato rieletto nel maggio 2018, al termine di contestatissime elezioni presidenziali, con un alto astensionismo (superiore al 50%), dichiarate illegittime dai suoi oppositori. È alle prese con una crisi politica, socio-economica e diplomatica senza precedenti.
Il centro-sinistra è al potere in Uruguay con il presidente Tabaré Vasquez (‘Partito Socialista dell’Uruguay’), eletto nel marzo 2015, e in Ecuador, guidato dal febbraio 2017 da Lenin Moreno (‘Alleanza Pais’).
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it.
Se invece volete rivelare informazioni su questa o altre storie, potete scriverci su Italialeaks, piattaforma progettata per contattare la nostra redazione in modo completamente anonimo.