Il 2016 e il 2018 hanno incoronato l’Osteria Francescana di Massimo Bottura (tre Stelle Michelin) miglior ristorante del mondo e lui dunque punto di riferimento della ristorazione a livello mondiale.
Nell’epoca degli chef idolatrati come rockstar, Bottura è una sorta di Michael Jackson. Però sembra prendere un altro percorso: se i suoi colleghi vanno a fare i giudici a Masterchef, lui gli preferisce la serie Chef di Netflix, puntando alla ribalta mondiale. E così è stato.
La sua fama ormai è indiscussa e forse lo chef ha sentito l’esigenza di restituire un po’ della sua fortuna (anche se una tale preparazione e inventiva ben poco hanno a che fare con la fortuna, molto più con una vita di sacrifici estremi come quella di uno chef). È per questo che da anni probabilmente Bottura si è concentrato sulla creazione di refettori, ovvero luoghi dove i più sfortunati possano trovare del cibo, magari avanzato proprio dalle cucine dei ristoranti.
Cibo sprecato, danno morale, perdita economica
Il primo è stato aperto a Milano nel 2015, nel 2016 lui e la moglie Lara Gilmore hanno fondato Food for Soul, un’organizzazione senza scopo di lucro che mira “a responsabilizzare le comunità per combattere lo spreco alimentare attraverso l’inclusione sociale”.
Poi è stata la volta di Rio de Janeiro, Londra e Parigi. Oggi The Guardian celebra l’intenzione di Bottura di replicare l’iniziativa benefica anche in Australia, per la precisione a Sidney, in collaborazione con l’organizzazione di soccorso alimentare Oz Harvest.
Ogni anno in Australia ben cinque milioni di tonnellate di cibo finiscono in discarica, un danno oltre che morale anche economico che ammonterebbe a circa 20 miliardi di dollari l’anno.
Ronni Kahn, la donna a capo di Oz Harvest che lo stesso Bottura ha definito “straordinaria”, è già alla ricerca di una location adatta per il refettorio, invitando chiunque sia a conoscenza di locali adatti a farsi avanti.
L’iniziativa ha già raccolto l’adesione di alcuni dei più importanti chef australiani e a quanto pare è già partita anche la collaborazione con quelle associazioni umanitarie che si occuperanno, una volta messo in moto il progetto, di distribuire il cibo ai più bisognosi.
Refettorio di Massimo Bottura
Uno spirito affine
L’Australia ha accolto che meglio non avrebbe potuto l’iniziativa di Bottura, tant’è che sullo chef, come riporta sempre il Guardian, non ha risparmiato complimenti: “Come incontrare uno spirito affine che avevo conosciuto per tutta la vita. Condividiamo la stessa passione, i valori e la visione per creare un mondo migliore, ed entrambi siamo determinati a fare la differenza”.
Bottura in realtà si trova in Australia anche per un altro motivo, un vero e proprio tour, esattamente come quello delle rockstar, con uno spettacolo teatrale ideato dalla Lateral Events, che il prossimo agosto vuole portare la sua magia a Perth, Sydney, Melbourne e Brisbane.
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