Parla per oltre due ore, abbraccia la bandiera americana, irride il “Green New Deal” dei democratici, che secondo lui rappresentano “un incubo socialista”, definisce il vertice con Kim Jong-un “un successo” nonostante l’assenza di un accordo finale, e giura che vincerà contro il Califfato “oggi o domani”. È un vero e proprio “Donald Trump Show” quello andato in scena davanti all’annuale raduno dei conservatori più duri e puri d’America (la Conservative Political Action Conference) a Oxon Hill, nel Maryland, non lontano da Washington.
Un discorso “tutto fatto a braccio”, come si vanta il presidente, per dire che “nel 2020 vincerò con un margine superiore che nel 2016”, una tirata piena di battute accolte con applausi e risate dal pubblico, ma con un clamoroso “buco nero”, come notano gli osservatori: nessun riferimento al principale fatto della settimana, la deposizione del suo ex avvocato Michael Cohen al Congresso, in cui costui lo definiva “imbroglione, razzista e truffatore”.
Attacco al Green New Deal
Ne ha per tutti, l’ex tycoon: per l’indagine del procuratore speciale Robert Mueller, per il suo ex ministro alla Giustizia Jeff Session (di cui imita l’accento), per i democratici alla Alexandria Ocasio-Cortez (mai nominata esplicitamente), il cui “New Green Deal” viene definito sostanzialmente socialista e pesantemente irriso. “Il New Green Deal, o come diavolo lo chiamano loro, io lo appoggio: nessun aereo, nessuna energia, quando il vento smette di soffiare, la fine dell’elettricità, esclama Trump. E ancora: “Tesoro, tesoro”, insiste il capo della Casa Bianca tra le risate del pubblico, “il vento sta soffiando oggi? Vorrei vedere le televisione”.
Per il presidente la proposta dei democratici per la salvaguardia del clima è una cosa “da socialisti”, dato che finirebbe per distruggere, tra le altre cose, l’industria automobilistica: “E il socialismo – ha insistito il presidente – ha a che vedere con una sola cosa: mantenere il potere della classe politica. Vedete cosa sta succedendo in Venezuela”.
“Il Russiagate è una caccia alle streghe”
Ovviamente non potevano mancare le bordate contro il Russiagate, che per Trump non è altro che “una caccia alle streghe”, dalla quale non è venuta alla luce “nessuna collusione” con Mosca. “E ora i democratici vogliono vedere le mie finanze personali. Una str..ata!”, ha detto con una locuzione non esattamente presidenziale.
“Noi crediamo nel sogno americano, non nell’incubo socialista”, ha scandito il presidente raccogliendo il rombante applauso delle Convention conservatrice. E non è un caso il riferimento al “socialismo“, già usato in questi giorni dal vicepresidente Mike Pence: proprio ieri il senatore Bernie Sanders, che si autodefinisce un “democratico socialista” e che intende pure lui correre alle presidenziali 2020, ha tenuto a New York un comizio davanti a diverse migliaia di persone in cui ha definito Trump “il più pericoloso presidente nella storia moderna dell’America”.
È stata la prima apparizione dell’ex tycoon, notano gli osservatori, dopo una settimana di batoste, dalla cocente delusione della fumata nera al summit di Hanoi alla devastante deposizione di Cohen al Congresso. Ma secondo Trump il futuro della sua amministrazione e’ coronato dal sicuro successo: “Sapete, noi siamo nella palude di Washington. Ma noi stiamo vincendo e loro no”.
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