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La protesta dei gilet gialli del 18 maggio 2019

Ventisettesimo atto della protesta dei gilet gialli in Francia. Il 18 maggio i manifestanti che nelle ultime settimane hanno portato la tensione – a Parigi ma non solo – ben oltre i livelli di guardia sono attesi dall’ultimo sabato di cortei prima del weekend delle elezioni europee (25-26 maggio). Negli ultimi tempi, il movimento sembra avere perso slancio, registrando nel corso del 26esimo atto, l’11 maggio, il record negativo di partecipanti.

Il ministero dell’Interno ha contato 18.600 manifestanti, 1.200 dei quali a Parigi, mentre gli organizzatori hanno parlato di 37.529, un numero più alto su scala nazionale ma sempre il minimo fin qui osservato. A Parigi la manifestazione, che era partita dall’università di Jussieu, è passata pressoché inosservata. A Lione, ci sono stati sette fermi e qualche tafferuglio per lancio di sassi contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con i lacrimogeni. Una decina i feriti, tutti in modo lieve. A Nantes, dove ci sono stati 12 fermi, s’è assistito a lanci di oggetti contro la polizia e qualche danno a negozi, vetrine e un’automobile.

LE FRATTURE INTERNE IN VISTA DELLE ELEZIONI EUROPEE

A sgonfiare il movimento hanno contribuito le fratture interne, sfociate nell’incapacità dei volti di spicco dei gilet di presentare una lista unica alle elezioni europee. Gli schieramenti sono ben tre: Evolution Citoyenne, guidato da Christophe Chalençon (l’uomo che a inizio febbraio ha incontrato Luigi Di Maio), Mouvement pour l’initiative citoyenne e Alliance Jaune, capeggiata dal cantante Francis Lalanne.

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