La nave Sea Watch è pronta a entrare in acque italiane, nonostante il divieto del Viminale, a causa delle condizioni sempre più precarie dei 47 migranti a bordo.
«Il comandante ha annunciato l’intenzione di entrare nelle acque territoriali italiane e dirigersi verso Lampedusa», spiega la portavoce italiana Giorgia Linardi sottolineando che il comandante è stato «in costante contatto con la Guardia costiera». La decisione di chiedere la revoca del divieto d’ingresso, sostiene ancora Linardi, è stata presa per «ragioni umanitarie»: le condizioni a bordo, stando alle valutazioni di medici ed equipaggio, «supererebbero le motivazioni che hanno portato al diniego». In particolare, alcuni migranti a bordo della Sea Watch avrebbero minacciato di suicidarsi se non verrà consentito loro di sbarcare in un porto sicuro, come riferito da uno dei membri del team medico a bordo dell’imbarcazione della Ong tedesca da più di 36 ore bloccata al largo di Lampedusa.
IL PERSONALE SANITARIO: «C’È CHI PARLA DI SUICIDIO»
«Siamo molto preoccupati perché alcune delle persone a bordo della nave parlano di suicidio», ha scritto la Ong su Twitter postando il video di Karol, uno dei medici sulla nave. Lo sbarco di 18 dei 65 migranti salvati, dice la donna, ha prodotto nei 47 rimasti a bordo «una condizione psicologica negativa: si sentono privi di valore, come se a nessuno importasse di loro. Una situazione che, assieme al mal di mare e all’assenza di speranza e prospettive sta rendendo le persone davvero vulnerabili». «Alcuni di loro dicono di voler autoinfliggere delle ferite o addirittura suicidarsi», dice il sanitario, «pur di far finire questa situazione. Dal punto di vista medico la situazione non è affatto buona, stiamo mantenendo un equilibrio molto fragile e precario in questo momento».