I pubblici ministeri svedesi hanno riaperto l’inchiesta per stupro a carico del cofondatore di Wikileaks, Julian Assange. La decisione è stata presa su richiesta dell’avvocato della presunta vittima. Assange, che ha sempre negato ogni addebito, ha evitato l’estradizione in Svezia per sette anni trovando rifugio presso l’ambasciata ecuadoregna a Londra nel 2012. Ma ad aprile 2019 è stato “sfrattato” e condannato a 50 settimane di carcere per aver violato le condizioni della sua libertà su cauzione.
I pm svedesi avevano archiviato il caso nel 2017 per l’impossibilità di procedere. Ma avevano anche detto che le indagini avrebbero potuto essere riprese a fronte di un cambiamento della situazione. Intanto il governo dell’Ecuador di Lenin Moreno ha compiuto un altro passo contro l’attivista australiano. La procura generale di Quito ha infatti accettato di consegnare agli Stati Uniti tutti i documenti, telefoni cellulari, file di computer, unità di memoria, cd e qualsiasi altro dispositivo utilizzati dal cofondatore di Wikileaks durante i suoi sette anni all’ambasciata.
IL COMMENTO DI WIKILEAKS
Kristinn Hrafnsson, redattore capo di WikiLeaks, ha commentato così la riapertura dell’inchiesta svedese: «Da quando Assange è stato arrestato l’11 aprile 2019, c’è stata una notevole pressione sulla Svezia per riaprire le indagini. Ma c’è sempre stata una pressione politica intorno a questo caso. Adesso Julian avrà la possibilità di riabilitare il suo nome».
LA RICHIESTA DI ESTRADIZIONE NEGLI STATI UNITI
Su Assange, che adesso si trova nel carcere britannico di massima sicurezza di Belmarsh, pende anche una richiesta di estradizione negli Stati Uniti. Washington vuole processarlo per aver pubblicato documenti coperti da segreto sulla guerra in Iraq. Tra questi anche un video di 17 minuti che mostrava l’uccisione di 12 civili in un attacco condotto da due elicotteri militari americani. A maggio del 2010 il soldato Chelsea Manning (nata Bradley Manning) venne arrestato con l’accusa di aver divulgato il filmato assieme ad altri documenti militari secretati. E sempre nel 2010 è partita l’inchiesta per stupro contro Assange riaperta oggi in Svezia. Per aver pubblicato il materiale classificato, il cofondatore di Wikileaks rischia una condanna fino a cinque anni di carcere.