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L’acqua è un’emergenza per un quarto dell’umanità, ma si può fare qualcosa

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Nel nostro mondo oltre una persona su quattro non ha accesso fonti d’acqua sicure – sono più di 2 miliardi di persone – mentre una su tre sopravvive senza servizi igienico sanitari di base. Una crescente emergenza globale – fotografata in un nuovo report di Oxfam diffuso oggi – che causa ogni anno la morte di oltre 840 mila persone costrette a bere e lavarsi con acqua sporca o contaminata.

Tra le vittime ci sono ogni giorno 1.000 bambini sotto i cinque anni.

Clima, guerre e conflitti

Sono i bambini infatti, assieme alle loro madri e sorelle, i primi a essere colpiti da malattie e epidemie, soprattutto se costretti a sopravvivere in paesi messi in ginocchio da conflitti e carestie, colpiti da siccità sempre più prolungate per via dei cambiamenti climatici o da catastrofi naturali, imprevedibili e distruttive.  

Per assicurare acqua pulita a quante più persone possibile, Oxfam Italia – organizzazione umanitaria che si batte contro l’ingiustizia della povertà e della disuguaglianza – lancia la campagna di raccolta fondi “Acqua che salva la vita”.

“L’obiettivo della nostra campagna è semplice, ma cruciale, per il presente e futuro prossimo di tantissimi”, dice Sabina Siniscalchi, presidente di Oxfam Italia, “Vogliamo garantire a sempre più persone, colpite da crisi umanitarie, l’accesso all’acqua pulita e a servizi igienico-sanitari di base”.

In Yemen e Siria oltre 23 milioni di persone sono senza acqua pulita

A quattro anni esatti dall’inizio di un conflitto brutale, scoppiato nel marzo 2015, la popolazione dello Yemen sta lottando per sopravvivere alla più grave crisi umanitaria del mondo: oltre 17mila civili sono stati uccisi o feriti e quasi 3 milioni hanno dovuto lasciare la propria casa.

In un Paese in cui 24 milioni di abitanti su 28 dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere, la distruzione di ospedali, infrastrutture idriche e la chiusura a intermittenza dei principali porti e punti di rifornimento di beni di prima necessità, ha portato quasi 18 milioni di persone a non aver quasi nessun accesso a fonti d’acqua sicure e servizi sanitari di base. 

La Siria sta affrontando una situazione altrettanto drammatica. Oltre un terzo della popolazione sopravvive senza avere accesso a fonti d’acqua pulita, tra le macerie di un paese che non c’è più. 

L’emergenza per decine di milioni di profughi allo stremo

La guerra siriana ha generato anche la più grande emergenza profughi del mondo: dal 2017, per ogni rifugiato rientrato nel paese altri tre sono stati costretti a fuggire dalle proprie case. 

Sono oltre 5,6 milioni i siriani che hanno trovato rifugio nei Paesi vicini, come Turchia, Libano o Giordania.

Sono centinaia di migliaia di famiglie spesso senza lavoro, lontane da casa, che sopravvivono in piccoli campi informali come in Libano o grandi come una città, come nel caso di Zaatari in Giordania. Paesi in cui l’85% dei bambini siriani vive al di sotto della soglia di povertà. 

Una condizione di sospensione, incertezza nel futuro e mancanza di accesso ai servizi essenziali che accomuna tragicamente oltre 68 milioni di persone che nel mondo, costrette a lasciarsi tutto alle spalle. 

Acqua che salva la vita servirà a raggiungere le comunità più fragili in Yemen e Siria, o a Mosul, in Iraq, dove decine di migliaia di persone non potendo rientrare in una città ridotta in macerie, dipendono ora dagli aiuti umanitari di organizzazioni come la nostra, anche solo per potersi lavare o bere”, aggiunge Siniscalchi. 

Il programma riguarda anche i Territori Palestinesi, dove la popolazione – soprattutto a Gaza – vive da anni senza acqua ed elettricità. Qui – dopo 11 anni di blocco imposto da Israele – quasi un quarto della popolazione vive sotto la soglia di povertà e 1,8 milioni di persone non hanno accesso a fonti d’acqua sicure”.

L’impatto devastante dei cambiamenti climatici in Africa

In Sudan la siccità e la progressiva desertificazione hanno costretto milioni di piccoli agricoltori e allevatori ad un esodo incessante, vere e proprie marce verso luoghi provvisti di quell’acqua che almeno assicuri la possibilità di sopravvivere.

In Nord Darfur, in particolare, il conflitto in corso si somma all’emergenza idrica e alimentare causata da eventi climatici estremi: forti piogge e inondazioni si alternano a siccità. Due fattori che in Sudan hanno costretto tre milioni di persone ad abbandonare le proprie case, con oltre l’80% dei profughi che non ha accesso alla rete idrica esistente e dipende totalmente dagli aiuti per sopravvivere.

Come fare la differenza

Oxfam fornirà acqua pulita tramite cisterne, autobotti, bustine potabilizzanti e taniche filtranti; distribuendo kit igienico-sanitari per scongiurare il manifestarsi e il diffondersi di malattie; ripristinando dove possibile tubature e impianti idrici, pozzi e tubature, e sensibilizzando le comunità più a rischio sulle pratiche igieniche.

Dal 4 al 24 marzo sarà quindi possibile donare 2 euro con sms al 45580, 5 e 10 euro con una chiamata dal telefono fisso, sempre allo stesso numero.

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