(ANSAmed) – BEIRUT, 9 FEB – Non ci sono segni di tortura
sul corpo di Loqman Slim, 58enne attivista politico libanese,
ucciso la settimana scorsa nel sud del Libano. A dirlo è la
moglie tedesca di Slim, Monika Borgman citata stamani dai media.
I famigliari di Slim avevano richiesto una perizia autoptica
privata timorosi che il noto intellettuale ed editore fosse
stato torturato prima di essere ucciso. Il crimine è avvenuto
nella notte tra il 3 e il 4 febbraio scorsi in una località non
meglio precisata ma il corpo senza vita è stato rinvenuto la
mattina di giovedì scorso nel distretto di Zahrani, circa 60 km
a sud di Beirut.
Borgman ha detto di essere in attesa della relazione completa
della perizia autoptica eseguita privatamente ma che dai primi
risultati non emergono segni di tortura. Borgman e la famiglia
hanno nei giorni scorsi chiesto che venga aperta una inchiesta
internazionale parallela a quella in corso in Libano.
Slim esprimeva da anni e pubblicamente posizioni molto
critiche nei confronti di Hezbollah, il movimento sciita
libanese filo-iraniano molto influente nelle dinamiche militari,
politiche ed economiche libanesi.
Originario di una famiglia sciita della periferia sud di
Beirut, tradizionale roccaforte di Hezbollah, Slim aveva
ricevuto più volte minacce anche di morte da parte di non meglio
precisati simpatizzanti di Hezbollah e dei partiti alleati al
movimento sciita. (ANSAmed).
Fonte Ansa.it