2′ di lettura
La guerra tecnologica fra Usa e Huawei ha partorito il primo vero stop commerciale. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, che cita fonti molto accreditate, l’azienda cinese ha bloccato – almeno per ora – il lancio di un nuovo laptop che sarebbe dovuto arrivare sul mercato questa settimana. E i motivi sono tutti riconducibili alla storia della blacklist in cui il governo americano ha inserito Huawei. Un fatto che lo stesso Ceo del colosso cinese, Richard Yu, ha confermato alla Cnbc: «Non possiamo fornire questo Pc», ha detto, aggiungendo che si tratta di una situazione «sfortunata».
E quando gli è stato chiesto se il portatile sarà lanciato in un secondo momento, Yu ha risposto che dipende da quanto a lungo Huawei rimarrà nella black list, ammettendo che se si tratterà di «un lungo periodo», il laptop «non sarà lanciato». Il computer portatile in questione è un Matebook, famiglia di device che Huawei produce con discreto successo da qualche anno. Laptop che hanno ben impressionato per design e prestazioni. Per la loro produzione, l’azienda di Shenzhen si avvale di componentistica hardware e di software americani, come – tra gli altri – i processori di Intel e il sistema operativo Windows di Microsoft. E proprio quest’ultimo particolare avrebbe fatto saltare tutto.
Scorte insufficienti
Il ban imposto da Trump è chiarissimo: vieta alle aziende statunitensi di avere rapporti commerciali con Huawei, ritenuta dal presidente Usa una potenziale minaccia alla sicurezza del Paese. Accuse che l’azienda cinese ha sempre rigettato con forza. Secondo la Bbc, nei mesi scorsi Huawei – probabilmente allertata dalle parole di Trump – aveva fatto scorte di processori di marchi americani come Qualcomm, Intel e Broadcom. Ma queste non sarebbero sufficienti, oggi, a garantire una produzione numericamente soddisfacente di Matebook. Il rischio sarebbe quello di portare sul mercato un device con unità scarse, rispetto alla richiesta. Da qui la decisione di bloccare il lancio del nuovo prodotto. A questo, inoltre, va aggiunta l’incertezza su Microsoft. Nonostante non esistano posizioni ufficiali in merito della casa di Redmond (come invece è successo con Android di Google), il sistema operativo Windows è un software statunitense a tutti gli effetti. E a meno che Microsoft non decida di violare il ban imposto dalla Casa Bianca, oggi non può essere fornito a Huawei.
I primi dolori e le contromisure
Questa guerra commerciale, insomma, ha portato al primo vero risultato in termini di prodotti. Il mancato lancio del Matebook è un colpo basso per Huawei, che già sul fronte smartphone ha dovuto rinviare l’obiettivo di diventare il primo produttore mondiale. Il sorpasso di Samsung era atteso alla fine di quest’anno, ma circostanze «inattese» hanno cambiato le carte in tavola, e ora per agguantare la medaglia d’oro «servirà un po’ più di tempo» ha detto il chief strategy officer di Huawei, Shao Yang, parlando al Ces in corso a Shanghai. Ma in Cina, intanto, non stanno a guardare. Un sistema operativo made in Huawei, antagonista di Android, sarebbe già pronto. E come abbiamo già scritto, sarebbe stato fornito in test anche ad altri produttori cinesi molto importanti nel mondo degli smartphone, come Xiaomi, Oppo e Vivo. Questa, però, è una storia ancora tutta da scrivere.