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L’uomo della Bundesbank

Contro il “whatever it takes” a difesa dell’ortodossia monetaria
Weidmann agli occhi dei tedeschi diventa il paladino contro l’azzardo morale, gli Stati spendaccioni non possono contare sulla rete di sicurezza del prestatore di ultima istanza. Il whatever it takes suona alle orecchie di Weidmann come “in whatever circumstances”, che però non è la linea di Draghi. Weidmann testimonia contro le OMT presso la Corte europea di giustizia e poi rincara la dose in Bce votando contro il Qe: non pensa di alimentare le argomentazioni del populismo anti-euro, che in Germania, il suo Paese, è praticamente inesistente.

Sul Qe si riscatta: in linea con Benoît Cœuré, Weidmann contribuisce a dare forma all’App in modo tale da inquadrare il programma senza ombra di dubbio dentro il mandato di politica monetaria della Bce fissando tre paletti: capital key, risk sharing limitato all’8% degli acquisti e tetto sulla quantità posseduta per singolo emittente ed emissione. Paletti che in futuro potrebbero essere rimessi in discussione, nel caso in cui il bacino dei titoli acquistabili dovesse essere allargato: ma anche su questo, la legacy Weidmann è la rigidità, non la flessibilità.

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La conversione tardiva sul piano Omt basterà ai mercati?
Chi spinge la candidatura del presidente della Bundesbank alla guida della Bce insiste sul fatto che le posizioni di Weidmann mirano a salvaguardare l’indipendenza della Bce: ma chi osteggia Weidmann teme invece che possa spaccare la Bce internamente, dove si stanno ereggendo barricate contro la sua candidatura. In quanto alle Omt, che è lo strumento principe che sostiene l’euro, molti si domandano se un Weidmann presidente della Bce sarebbe in grado di utilizzarle nonostante la Corte costituzionale del suo Paese non abbia ancora accettato la decisione della Corte di giustizia europea che le rende uno strumento a tutti gli effetti legale. E cosa accadrebbe se i mercati decidessero di provocare Weidmann, di vedere qual è il livello del suo “whatever it takes”.

Weidmann va spiegando ai pensionati tedeschi, infuriati dai rendimenti negativi, che i tassi negativi che lui ha votato a favore, aiutano l’economia in un momento in cui la crescita è fiacca, servono a Pmi e chi ha un mutuo sulla casa, garantiscono i posti di lavoro. Weidmann ci tiene al dialogo, dentro la Bce e fuori: la Bundesbank pro-euro sotto la sua guida ha lanciato cinque anni fa un evento Open-Day aprendo i quartieri generali con una fiera tra concerti e giochi a quiz: quest’anno alla sua terza edizione, ha attratto 20.000 partecipanti.

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