(ANSA) – SAN ISIDRO, 14 GIU – L’infermiere che assisteva
Diego Maradona è stato il primo rappresentante dello staff
medico ad essere ascoltato dalla Procura argentina in merito
alle circostanze della morte del campione. Ha negato di aver
abbandonato il suo paziente a una lenta agonia, sostenendo che
gli era “stato ordinato di non svegliarlo”.
Ricardo Almiron, 37 anni, ha trascorso più di sette ore nella
procura di San Isidro, alla periferia di Buenos Aires: è
sospettato di aver mentito sostenendo che l’idolo del calcio
dormiva e respirava normalmente poche ore prima della sua morte,
mentre l’autopsia ha appurato che stava agonizzando.
Maradona, che soffriva di problemi ai reni, al fegato e al
cuore, è morto nel 2020 per un attacco di cuore mentre si
trovata da solo nella sua residenza a Tigre, a nord di Buenos
Aires, poche settimane dopo aver subito un intervento chirurgico
al cervello per un coagulo di sangue. Aveva 60 anni.
All’infermiere “era stato ordinato di non svegliare il
paziente”, ma tuttavia “aveva svolto il suo compito” di
sorveglianza, ha riferito all’uscita da questo lungo
interrogatorio il suo legale, Franco Chiarelli. “Il mio cliente
ha sempre trattato Maradona come un paziente con implicazioni
psichiatriche e problemi legati all’astinenza”, ha aggiunto
l’avvocato alla stampa.
Altri sei membri dell’équipe medica di Diego Maradona, tra
cui il suo medico personale e psichiatra, saranno ascoltati
dalla procura argentina nell’ambito di un’inchiesta per “omicidio colposo con aggravante” aperta dalla procura di San
Isidro. Quest’ultimo ritiene che la sua morte, avvenuta il 25
novembre 2020, sia il risultato di negligenza professionale e
negligenza da parte dell’equipe medica. (ANSA).
Fonte Ansa.it