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Migranti: Tunisia soccorre oltre 100 partiti da Libia

Migranti: positivi al covid

(ANSA-AFP) – TUNISI, 18 MAG – La Marina militare tunisina ha
tratto in salvo ieri più di 100 migranti che cercavano di
raggiungere l’Italia illegalmente dalla Libia, a bordo di
un’imbarcazione in difficoltà al largo dell’isola di Djerba.
    Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Tunisi in un
comunicato precisando che un’unità della Marina ha individuato
una barca “sul punto di affondare” a circa 40 km al largo delle
coste del sud della Tunisia. I sopravvissuti, 46 del Bangladesh, 29 sudanesi, 22 eritrei,
11 egiziani, di età compresa tra 15 e 38 anni, hanno dichiarato
di essere partiti domenica sera dal porto libico di Zuara, sono
stati trasferiti nel porto di Zarzis, nel sud tunisino.
    La Tunisia soccorre regolarmente i migranti che partono dalla
vicina Libia e che spesso fanno naufragio nel Mediterraneo
centrale, una delle rotte migratorie più mortali secondo le
Nazioni Unite. Un’altra barca, partita sempre da Zuara, è stata
intercettata giovedì scorso dalle autorità tunisine che hanno
tratto in salvo due donne nigeriane. Ma secondo l’Organizzazione
internazionale per le migrazioni (Oim), gli altri 17 passeggeri
sarebbero dispersi, molto probabilmente annegati.
    Le partenze illegali di tunisini e cittadini dell’Africa
subsahariana dalla Tunisia hanno raggiunto un picco senza
precedenti dal 2011, mentre il Paese risulta impantanato in
lotte di potere politico e difficoltà economiche accentuate
dalla pandemia.
    Martedì scorso a Lisbona, il capo del governo tunisino Hichem
Mechichi ha ribadito alla Conferenza Ue sulla gestione dei
flussi migratori, l’opposizione della Tunisia all’istituzione
sul suo territorio di centri di accoglienza per migranti
stranieri che cercano di raggiungere l’Europa e molti altri
paesi terzi. Giovedì 20 maggio il ministro dell’Interno Luciana
Lamorgese è attesa a Tunisi insieme al Commissario europeo per
gli affari interni, Ylva Johansson, per discutere di aiuti e
rimpatri. (ANSA-AFP)

Fonte Ansa.it

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