Dopo che il Patriarcato di Constantinopoli ha concesso l’autocefalia, cioè la possibilità di autogovernarsi, alla chiesa ortodossa di Kiev, il Patriarca di Mosca minaccia lo scisma.
“Scisma. Si può parlare di scisma”. E’ assolutamente determinato e chiaro il metropolita Hilarion di Volokolamsk, capo del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, nel descrivere l’attuale spaccatura che si è creata nel mondo ortodosso tra Mosca e Costantinopoli dopo la decisione del Patriarca Bartolomeo di concedere l’autocefalia alla Chiesa ucraina, riconoscendo cioè il nuovo Patriarcato di Kiev che proprio da quello di Mosca si è staccato, e la successiva decisione da parte del Patriarcato di Mosca di rompere la comunione eucaristica con il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che peraltro ha un primato d’onore e non effettivo su tutte le comunità orotodosse del mondo che, come e’ noto, sono tutte “autocefale”.
L’Ucraina ha già vissuto il terribile dissidio tra ortodossi e uniati, originato nel 1946 dal Sinodo di Leopoli che su ordine di Stalin impose alle comunità cattoliche di rito greco, i cosidetti uniati, di confluire nella chiesa ortodossa sottoposta al Patriarcato di Mosca. Vi furono preti e vescovi deportati in Siberia per aver resistito e negli anni ’90, quando Gorbaciov riconobbe la personalità giuridica della chiesa uniate l’antagonismo tra uniati e ortodossi divenne altissimo perchè i cattolici di rito greco (circa 4 milioni di fedeli) chiedevano di rientrare in possesso degli edifici sacri che gli ortodossi avevano incamerato.
E solo da qualche anno si sono almeno in parte superate le tensioni. In realtà in base all’atto emanato da Bartolomeo, il patriarca Filarete di Kiev può considerarsi capo della Chiesa Autocefala dell’Ucraina solo purché essa addivenga all’unificazione con l’altra Chiesa Ortodossa – anche essa ucraina – dissidente da Mosca: quella guidata dal suo collega Macario, fondata nel 1918 quando Leopoli, dove si trova la sua sede, fu annessa. Dunque la decisione di Bartolomeo, almeno nelle intenzioni, vorrebbe favorire l’unita’ dell’Ucraina e non fomentare disordini ulteriori. Le Chiese Ortodosse consorelle, per il momento, assumono un atteggiamento attendista: non allacciano rapporti con il Patriarcato di Kiev, ma nemmeno si uniscono alla scomunica decisa da Mosca contro Costantinopoli.
Fonte agi