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Nessun miracolo per Julen

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JORGE GUERRERO / AFP

I genitori di Julen

E’ stato trovato senza vita il piccolo Julen Rossellò, il bimbo di due anni caduto in un pozzo lo scorso 13 gennaio, nel sud della Spagna, a Totalan. I soccorritori hanno “trovato il corpo senza vita del piccolo” all’1:25, ha reso noto un rappresentante del governo dell’Andalusia, Alfonso Gomez de Celis, via Twitter.

Julen era caduto nel pozzo, profondo 100 metri, mentre giocava in una zona dove i genitori stavano facendo un picnic. Vicino al pozzo sono stati ritrovati il sacchetto dei dolci che il bimbo aveva in mano e un ciuffetto di capelli. Il corpo è stato recuperalo a 71 metri di profondità, su un cumulo di terra che ostruisce il pozzo sul quale il bambino è precipitato in caduta libera. E’ improbabile, quindi, che fosse sopravvissuto all’impatto.

Di Julen non era stato registrato alcun segnale di vita ma questo non ha impedito ai soccorritori una corsa contro il tempo per cercare di salvarlo, scavando un tunnel orizzontale di circa quattro metri per arrivare dove poi lo hanno trovato senza vita. L’ultima microcarica era stata detonata poco dopo la mezzanotte.

“Disgraziatamente…nonostante tanti sforzi da parte di tanta gente, non è stato possibile…#RIPJulen”, ha twittato la Guardia Civil.

Appresa la notizia, riporta Repubblica, il padre del piccolo ha avuto un malore ed è stato soccorso dal personale di un’ambulanza. La notizia del ritrovamento è stata twittata anche dal ministero dell’Interno spagnolo: “Dopo giorni di intense ricerche e lavoro instancabile, il corpo del piccolo Julen è stato trovato senza vita nel pozzo di Totalan”. Il ministero ha espresso condoglianze alla famiglia e il suo riconoscimento allo sforzo dei soccorritori.

Josè e Victoria, i genitori di Julen, hanno vissuto un dramma simile nel 2017, quando morì il loro figlio di tre anni. Olivier fu colto da “morte improvvisa”, forse un infarto, mentre passeggiava su una spiaggia con il papà e la mamma. Julen era il loro unico figlio. Il bimbo è caduto nel pozzo, mentre con la famiglia e amici passeggiava nella campagna, all’interno di una proprietà di conoscenti. 

Un minuto di silenzio e tre giorni di lutto sono stati proclamati a Totalan e Malaga il cui sindaco, Francisco de La Torre, è arrivato sul posto dopo aver appreso che Julen era stato trovato. Il corpo senza vita del bambino è stato localizzato alle 1,25 della notte dalle squadre di soccorso che hanno tentato dal 13 gennaio di estrarlo dal pozzo di 25 centimetri di diametro e 107 metri di profondità in cui era caduto. 

Dopo aver trovato il corpo senza vita di Julen, riporta El Pais, una pattuglia della Guardia Civil è andata nella casa che una famiglia di Totalán aveva ceduto ai genitori del bambino,  e dove si trovavano anche parenti e conoscenti della coppia venuti da ogni parte. Mezz’ora prima che le autorità confermassero la morte, le grida provenienti dalla casa e gli abbracci dei parenti all’esterno hanno fatto saper al mondo che il colossale sforzo messo in campo per salvare Julen erano stati vani.

Un terreno difficile

I lavori per il salvataggio sono stati complicati dall’orografia del terreno, dai materiali che lo compongono e dalle difficoltà per portare i macchinari fino dove si trova il pozzo.

Quello della Brigata per il soccorso minerario è stato un lavoro arduo e lento. Per poter scavare il tunnel orizzontale hanno dovuto superare numerosi ostacoli e adottare grandi misure di sicurezza. Per quattro volte hanno dovuto usare l’esplosivo per frantumare la roccia. 

Nei primi giorni dell’operazione di salvataggio, erano state considerate alcune altre opzioni per accedere al luogo in cui si presumeva che il bambino si trovasse. Le alternative hanno incluso una galleria orizzontale scavata con una piccola fresatrice, ma diversi problemi durante sondaggi, soprattutto frane, hanno fatto sì che si optasse per uno scavo parallelo al pozzo in cui il bambino era caduto.

Dal pomeriggio di domenica 13 gennaio, le squadre di soccorso hanno lavorato giorno e notte per trovare il bambino, caduto in un pozzo scavato senza permessi. Allo stesso tempo, la Guardia Civil ha avviato un’indagine per ricostruire i fatti e il tribunale di istruzione numero 9 ha aperto un procedimento per chiarire cosa sia successo.

Il caso di Alfredino Rampi

La tragedia ricorda quella di Alfredino Rampi risalente a quasi 38 anni fa. Il 10 giugno del 1981 il bambino, 6 anni, cadde in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino a Roma. Il telegiornale diede la notizia il giorno dopo e con una disperata e inutile corsa per salvarlo prese il via una diretta che per 60 tenne gli italiani incollati alla tv. Fino all’annuncio della morte del bambino dato dal Tg1. 

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