Il leader socialista prende il posto di Mariano Rajoy, sfiduciato dal Parlamento per le conseguenze della questione catalana e dello scandalo Gurtel, la più grave trama di corruzione e traffici della Spagna che ha coinvolto il Partito popolare
Madrid (Spagna) – Il leader socialista spagnolo Pedro Sanchez ha giurato come primo ministro oggi, il giorno dopo aver spodestato Mariano Rajoy in parlamento con una mozione di sfiducia approvata da 180 dei 350 parlamentari. Il meccanismo della sfiducia costruttiva è scattato, per la prima volta in assoluto dopo la dittatura, ed ha portato a capo del governo il primo firmatario della mozione di sfiducia.
Sanchez, un economista di 46 anni senza esperienza governativa, ha giurato alle 11 davanti al re Felipe VI al palazzo della Zarzuela. Il leader socialista deve ancora nominare il suo gabinetto ed è solo quando i loro nomi saranno pubblicati sul bollettino ufficiale del governo nei prossimi giorni che assumerà pienamente le sue funzioni.
Nel voto alla Camera sulla mozione di sfiducia, Sanchez ha ottenuto il sostegno di 180 deputati, 169 i contrari e un astenuto. Rajoy lascia La Moncloa dopo oltre otto anni: è stato il premier più longevo dai tempi del regime di Franco ma è anche il primo a incappare a cadere per una mozione di sfiducia.
Negli ultimi mesi il suo governo era stato indebolito dalla questione catalana e soprattutto dallo scandalo Gurtel, la più grave trama di corruzione e traffici della Spagna democratica che ha al centro il Partito popolare.
Sanchez, ex professore di economia, non è neppure deputato: il “bel ragazzo”, audace per alcuni, sfacciato per altri, si è preso una rivincita che sembrava impossibile solo due anni fa. Sconfitto nelle ultime due elezioni e poi espulso dalla guida del partito, vi è tornato dalla porta principale e ha vinto la sua scommessa più rischiosa: ha promesso di occuparsi con “umiltà di tutte le sfide che il Paese deve affrontare, a cominciare dall’emergenza sociale“, la disoccupazione e l’insicurezza che affliggono il Paese, nonostante la ripresa economica. Sanchez ha anche già promesso il rispetto degli impegni con l’Europa e ascolto nei confronti della Catalogna, verso cui ha un approccio più morbido rispetto a Rajoy.
Dopo giorni di braccio di ferro, Rajoy ha riconosciuto la sua sconfitta in Parlamento ancor prima che la mozione di sfiducia fosse approvata. “E’ stato un onore lasciare una Spagna migliore di quella che ho trovato“, ha detto. Contro di lui si sono schierati, accanto i deputati socialisti del Psoe, quelli della sinistra radicale di Podemos, i nazionalisti baschi e quelli catalani insieme ad Esquerra repubblicana e poi Compromis e Nueva Canarias.