HONG KONG – I leader cinesi hanno approvato oggi una profonda riforma del sistema elettorale di Hong Kong, che tra l’altro riduce il numero dei seggi a elezione diretta e assicura che la maggioranza dei parlamentari dell’ex colonia sarà vagliata e selezionata da comitati di fiducia del governo di Pechino.
L’approvazione della profonda revisione del sistema elettorale di Hong Kong riduce drasticamente la rappresentanza democratica nella città mentre Pechino vuole garantire che i “patrioti” governino la città.
Gli emendamenti alla Basic Law, la mini-Costituzione di Hong Kong, “sono stati approvati all’unanimità da 167 membri del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo”, ha detto Tam Yiu-chung, unico delegato di Hong Kong al Parlamento cinese.
Intanto Hong Kong rinvia per la seconda volta, a fine anno, le elezioni di rinnovo del Consiglio legislativo (LegCo), il parlamentino locale, ha riferito la governatrice Carrie Lam nella conferenza stampa trasmessa anche in streaming sulla riforma del sistema elettorale. Il voto per la LegCo, previsto a settembre 2020, era stato ufficialmente rinviato di un anno per il Covid.
Le misure adottate oggi fanno parte del pacchetto messo a punto dal governo centrale per consolidare la presa sempre più autoritaria sull’ex colonia britannica dopo l’imposizione a giugno 2020 della legge sulla sicurezza nazionale per schiacciare il dissenso. I cambiamenti vedrebbero il numero dei rappresentanti eletti direttamente scendere a 20 dai 35 attuali, mentre il parlamentino locale porterebbe i seggi complessivi da 70 a 90. Il Comitato elettorale responsabile della selezione del governatore accrescerebbe i suoi componenti da 1.200 a quota 1.500, secondo quanto ha riferito l’agenzia Xinhua. La rappresentanza dei 117 consiglieri distrettuali, ora controllati dell’opposizione democratica, vierne eliminata.
Un nuovo potente comitato di valutazione monitorerà i candidati destinati alle cariche pubbliche collaborando con le autorità di sicurezza nazionale per garantire che siano fedeli a Pechino. Le autorità cinesi hanno affermato che la riorganizzazione mira a rimuovere “scappatoie e carenze” al fine di garantire che soltanto i “patrioti” gestiscano la città.
Fonte Ansa.it